mercoledì 19 settembre 2018

Il Re dei vasi ovvero il grande Cratere François


Vaso François , di Ergotimos e Kleitias, ceramica attica a figure nere
565 a.C., Firenze, Museo Archeologico

E' il 1844 , siamo in Toscana. Governa il Granduca Leopoldo II

Alessandro François, notissimo esploratore fiorentino di tombe etrusche, dà il via a scavi in località  Fonte Rotella, poco distante da Chiusi.
E qui i suoi scavini trovano alcuni pezzi di questo grande cratere.
Avvisano subito il François il quale, resosi conto dell'alto  valore di questi "cocci" , decide di approntare una vera e propria campagna di scavo: ben 100 scavini su un'unica fila cominciano a smuovere il terreno fino al banco di roccia e sollevano un volume di terra pari al Colosseo , cambiando addirittura l'assetto del territorio che da collinare diventa qui pianeggiante.
Ma tali sforzi sono premiati, eccome!
Già nel 1846 il grande cratere ricomposto con pazienza dal restauratore Giovanni Franceschi , è esposto nell'allora Gabinetto dei vasi etruschi agli Uffizi e solo nel 1881, con l'inaugurazione del Museo Archeologico di Firenze ,   questo vaso che serviva a mescolare vino con acqua, diventa la star del posto, dividendo il primato con la Chimera di Arezzo o con l'Arringatore.
Oggi, dopo alterne vicissitudini (per questo si rimanda all'esauriente scheda del Museo) , il Cratere François  gode di nuovo spazio, nuove luci e della compagnia di altri manufatti.
Ma tutti gli occhi sono puntati su di lui

 Guardiamolo da vicino e diamo un po' di numeri

  • fu  prodotto ad Atene intorno al 565 a.C.
  • fu esportato a Chiusi e doveva essere all'interno di una tomba etrusca principesca con ben sette camere
  • abbiamo il nome - anzi la firma- del vasaio Ergotimos
  • e pure il nome - anzi la firma- del pittore Kleitias
  • è alto 66 cm ed ha una circonferenza  di ben 181 cm !
  • presenta ben 270 figure e 131 iscrizioni

Insomma... un signor vaso
Ma perché è così importante?
Intanto perché è uno dei pochi crateri attici di così grandi dimensioni che è giunto più o meno "intero" (sono più di 600 i frammenti ricomposti)  fino ai nostri giorni
Ma poi perché questa "Bibbia dell'archeologia" raffigura in fasce orizzontali  tanti e tanti miti su tutta la superficie.

Il cratere è realizzato nella tecnica a figure nere, cioè con figure in nero sul fondo rosso del vaso.
I particolari interni delle figure sono ottenuti grazie a linee incise e all'inserimento di altri colori come il bianco  (per l'incarnato femminile) e il rosso delle vesti

Partiamo dal lato A (quello nella prima immagine)
Sull'orlo del vaso è riportata la caccia al cinghiale Calidonio
Artemide, dea della caccia, infuriata con il re Oineo, che l'aveva dimenticata in alcuni riti, invia un enorme cinghiale che distrugge tutto ciò che capita sotto i suoi zoccoli
Nessuno poteva ucciderlo, se non l'unione di tanti eroi .
In questo dettaglio è raffigurato Anceo che soccombe alla furia dell'animale
E qui in basso invece   Meleagro , con l'aiuto di Peleo- padre di Achille - e della spartana Atalanta è rappresentato nell'atto di sferrare il colpo mortale alla bestia
Ogni nome è fedelmente riportato da Kleitias e immaginiamo che durante i banchetti il padrone di casa o un cantore raccontasse questo e d altri miti, aiutato dalle scritte esplicative

Sul collo compaiono i giochi  funebri in onore di Patroclo ; in occasione di queste manifestazioni, i doni ai vincitori delle corse di cavalli erano tra i più vari.
Qui è presente un tripode

E poi ancora la morte di Troilo, la zoomachia e sul piede la ieranomachia, ossia la lotta tra pigmei e gru
Sul lato B la storia di Arianna e Teseo sull'orlo , mentre sul collo c'è la centauromachia
E ancora il ritorno di Efesto sull'Olimpo, la zoomachia e i pigmei e le gru

Ho tralasciato la decorazione più evidente, quella nella pancia del vaso , che si sviluppa su tutta la parte più larga, su tutti e due i lati e cioè la rappresentazione delle nozze tra Peleo e Teti, nel matrimonio più celebre del mito greco, visto che tutte le divinità erano state invitate.
Tranne una
Su Teti, dalla bellezza abbagliante, aveva posato gli occhi Zeus ma una profezia aveva predetto che il figlio nato dai loro amori sarebbe stato più forte del padre stesso
Così - a malincuore- Zeus dà in sposa Teti al suo migliore amico Peleo, che però è umano
E qui sul vaso sono presenti tutti gli invitati "regali" che giungono al palazzo di Teti sulle loro eleganti quadrighe.
Si intravede addirittura  il Tetideion , cioè il palazzo di Teti; in questo caso la festa sarebbe stata celebrata nel palazzo della donna che è di rango più elevato rispetto al marito mortale.
E nel palazzo stesso si intravede una porticina - come una gattaiola- dalla quale potevano avere libero accesso gli istrici, che dalle case greche tenevano lontani topi e serpenti
Ogni oggetto ha il suo nome iscritto, ogni personaggio pure.

Ma chi mancava al matrimonio?
Eris , la dea della discordia, la quale per vendicarsi dello "sgarbo" subito, si presenta nel bel mezzo della cerimonia e getta in mezzo alle dee il famoso pomo della discordia che tanti lutti avrebbe portato nella guerra più famosa dell'antichità.

Nonostante questo, le nozze tra Peleo e Teti erano lette come simbolo di stabilità, di armonia tra uomini e dei e di rispetto delle gerarchie olimpiche.
Nell'Atene post soloniana della metà del VI secolo a.C. , rappresentare in un vaso come questo, destinato a ricchi banchetti, un episodio del geneere era forse anche la dimostrazione di una stabilità sociale e politica raggiunta
In questo mondo quasi perfetto però c'è un'immagine che fa riflettere
Dalle nozze dei due nascerà Achille e un riferimento alla sua morte è presente nella figura centrale del dio Dioniso; sulle sue spalle porta un vaso d'oro, dono di Efesto alla coppia, che è esplicito riferimento ad un'urna funeraria e cioè a quella che Omero diceva essere il contenitore delle ceneri di Patroclo e che avrebbe contenuto , mescolate, le ceneri dello stesso Achille.


Nella gioia della festa quindi le lacrime, che tutti però avrebbero visto perché sulle anse del vaso è raffigurato con estremo realismo il cadavere di Achille sorretto dall'amico Aiace
Non sappiamo chi fossero i committenti di questo vaso prodotto ad Atene per una committenza di sicuro aristocratica di Atene stessa? di altra città della Grecia?
E quali furono le strade , i motivi per cui terminò il suo viaggio nella necropoli  di  Chiusi ?
Come leggevano il mito greco gli Etruschi?


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