giovedì 6 settembre 2018

Elevazione e caduta ; dalle torri medievali ai Palazzi celesti di Kiefer

Gli artisti non conoscono riposo, il settimo giorno non si dicono che l a cosa è fatta
Come riconciliare l'opera d'arte compiuta con l'infinitezza dell'essere?
Anselm Kiefer, 
Vivo a Pavia ormai da tanti anni
Quando fa freddo, in questa piccola città, si cammina -per le vie del centro- rasente i muri, con lo sguardo basso
Quando arriva maggio, lo sguardo si eleva e qui , ma potrebbe essere San Gimignano, Bologna, Ascoli o Alba , ci si accorge delle tante torri che ancora ci sono, vestigia di un panorama architettonico molto più ricco
Accade la stessa cosa in Hangar Bicocca a Milano , dove l'illuminato Anselm Kiefer ha regalato a tutti noi i suoi sette Palazzi celesti
Anselm Kiefer, I sette palazzi celesti, 2004-2015, Milano, Hangar Bicocca
Perché costruire una torre ? Mi sono sempre domandata come fosse possibile pensare in epoche passate  torri come quelle in piazza Leonardo da Vinci a Pavia 
Le torri dell'Università a Pavia, secolo XI -XII
Le casate cittadine o del contado che le avevano innalzate volevano sì difendersi ma anche e soprattutto mostrare forza, prestigio, ricchezza 

Kiefer assembla all'interno dell'enorme stanzone nero (chi dice che il nero è assenza di luce, si faccia un giro qui !) dei container armati in cemento ed utilizza altri materiali come piombo, ferro , vetro.
Niente è lasciato al caso

La prima torre Sefiroth ha neon e libri di piombo che significano ( sbagliato usare per il concettuale Kiefer il verbo "rappresentare" ) la materia stessa del creato ...saggezza, amore, bellezza maestà, intelligenza...
Anselm Kiefer, Primo palazzo celeste, Sefiroth, 2004, particolare
E' la torre più bassa, alta solo 14 metri, quasi a voler mostrare come l'inizio di ogni cosa sia un procedere per gradi di conoscenza che solo attraverso la ricerca può giungere

Sefiroth l'ho paragonata alla torre più bassa in piazza Leonardo a Pavia, quella più vicina al complesso dell'Univesità

Poi Melancholia
Anselm Kiefer, Melancholia, particolare, 2004
Tutti gli artisti hanno spirito malinconico, sono "nati sotto Saturno" e gli astri celesti sono "nominati dalle strisce di carta ai piedi della torre, corrispondenti alla classificazione numerica dei corpi celesti utilizzata dalla NASA
E ancora Ararat, Linee di campo magnetico (la più alta) ,JH&WH - le torri gemelle i cui nomi, se uniti formano la parola Dio 
... e infine la Torre dei quadri cadenti ai cui piedi giacciono una serie di cornici di ferro con lastre di vetro spezzate, quadri senza immagine

Anselm Kiefer,Torre dei quadri cadenti ,particolare, 2004
 A Kiefer il tema dell'arte figurativa è a cuore ; ai piedi dell'ultima torre il tema dell'immagine mancante e dei suoi molteplici rimandi ci fa riflettere su come il passaggio dalla figurazione all'astrazione sia un tendere verso l'infinito 
In una splendida lezione tenuta dall'artista al College de France nel 2011, così  si esprime :
" .... L'artista è naturalmente attratto dal numero PI perché è sinonimo di impossibile, è attratto da qualcosa che non può essere portato a compimento. La terra, la natura si impegna soltanto in ciò che è possibile. Un'ape non si spinge mai al di là delle sue possibilità. La legge invisibile della terra, la legge della germinazione e del decadimento, rispetta con temperanza questo fatto. Soltanto la volontà costringe la terra a uscire dal perimetro delle sue possibilità per farla entrare nel dominio dell'impossibile.
La si può chiamare Arte. il numero Pi è una metafora dell'arte. Perché non ha fine. Perché non può essere definito con precisione. Perché vi toglie il sonno. Perché è un "come se" 
Anselm Kiefer, L'arte sopravvivrà alle sue rovine" , Paris 2011, ed. cons. Feltrinelli Milano, 2018

Le torri svettano verso il cielo
Le torri hanno salde fondamenta nel cuore della terra
E' non molto differente dal livello di massima tensione spirituale -l'alto, il giallo, il triangolo- e di massima concentrazione spirituale - il basso, il blu , il cerchio- 
E Kandinskij ha aperto all'astrazione




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