lunedì 22 novembre 2021

Gustave Courbet :"Il mio funerale a Ornans è stato il funerale del romanticismo"

 Estate 1849

Gustave Courbet trentenne trascorre i mesi estivi nella sua Ornans e qui, nell'atelier -granaio della casa ereditata dal nonno materno Oudot dipinge questa enorme tela


Gustave Courbet, Un seppellimento a Ornans, 1849-50, olio su tela

cm 315 x 668, Parigi , Museo d'Orsay

Il titolo esatto in realtà è : Quadro di figure umane, storiche di un seppellimento a Ornans e sin da subito, dalle dimensioni monumentali, al soggetto scelto , si capisce che l'obiettivo di Courbet è  quello di spezzare il muro della pittura romantica e rubare la scena al genio della pittura francese, Delacroix.

Quando fu esposta al Salon del 1851, l'opera fu travolta dalle critiche e fu bollata come esempio di laidezza e trivialità.

Era nel conto, Courbet lo sa; del resto aveva scelto un enorme formato che di solito era utilizzato per i dipinti di storia ( anche se Géricault con la sua Zattera aveva mostrato che anche i reietti potevano aver dignità artistica) e si era rifatto a quei ritratti  collettivi olandesi delle guardie civili del Seicento come le opere di Rembrandt o Hals


Frans Hals, Banchetto degli ufficiali della milizia civica di san Giorgio a Harlem,

1616, olio su tela, cm175 x324, Harlem, Frans Hals Museum

Courbet lavora alacremente e mette in posa più di cinquanta personaggi in carne ed ossa .

Mentre lavora , rende partecipe l'amico  scrittore Champfleury e gli dice  :" Hanno già posato il sindaco, che pesa un quintale, il curato, il commissario, il crucifero, il notaio, l'assessore Marlet, i miei amici, mio padre, i chierichetti, il becchino, due vecchi della Rivoluzione del 1793 con gli abiti dell'epoca, un cane, il morto e i suoi portatori (uno di essi ha il naso come una ciliegia ma grosso in proporzione e lungo cinque pollici) le mie sorelle, altre donne ecc. Credevo poi di fare a meno di quei cantori della parrocchia, ma non c'è stato verso; sono venuti ad  avvisarmi che si erano offesi perché soltanto loro in tutta la parrocchia non erano stati ritratti. Si lamentavano forte, dicevano che non mi avevano fatto alcun male e che non meritavano un simile affronto".

Ed ecco che la rappresentazione di un funerale si è trasformata nel manifesto della pittura realista ; la critica non si scaglia in giudizi negativi di natura estetica ma , assecondando i pregiudizi della borghesia di Parigi nei riguardi del proletariato, spara a zero sulla pittura di Courbet che nello stesso anno al Salon aveva esposto Gli spaccapietre.

Ci sono proletari nel dipinto?  Neanche uno , ma evidentemente questi ricchi  borghesi della Franca Contea, non belli, ritratti con grande realismo con tinte cupe  e con colori funzionali al triste momento  (neri sontuosi degni dell'arte spagnola, rialzati ancor di più dalle improvvise zone bianche, verdi scuri e grigi smorzati) mostravano ai pari ruolo parigini la vera origine della loro estrazione sociale.

L'opera ha un taglio orizzontale e le figure si addensano in primo piano , in uno spazio contratto : e proprio al centro , in basso, campeggia la fossa ancora vuota e dalle zolle sollevate  della scura terra si vedono nettamente un teschio e delle ossa.

E se in un primo momento- come attesta un disegno conservato a Besançon- il corteo si snodava in altra direzione - a sinistra la bara e a seguire tutte le persone - nel definitivo Courbet decide di dividere i tre gruppi : a sinistra il clero e solitaria la croce di Cristo, al centro gli uomini- i notabili del paese-, a destra le donne. Del resto in chiesa uomini e donne sedevano separati


Gustave Courbet, primo progetto per Sepoltura a Ornans, 

disegno a carboncino, Besançon , Museo delle Belle Arti

Ognuno recita un ruolo: dal curato a sinistra, paludato nel suo "abito di scena" e intento a leggere dal breviario


Gustave Courbet, particolare del Funerale a Ornans

al becchino al centro, in ginocchio, alla nostra altezza di spettatori, pronto ad assolvere il suo compito

Gustave Courbet, particolare del Funerale a Ornans

fino alle donne in lacrime , che come in ogni funerale che si rispetti, devono mostrare commozione.  Tra loro si riconoscono le sorelle del pittore e ricordiamo che Juliette donò nel 1877 l'opera al Louvre.


Gustave Courbet, particolare del Funerale a Ornans

E la famiglia è la famiglia. Il primo personaggio maschile che guarda severo verso di noi, a sinistra è il nonno Oudot, morto l'anno prima che lascia in eredità al nipote casa e proprietà. E Gustave, riconoscente, lo ritrae in disparte, quasi a voler rendere chiaro il distacco tra chi non c'è e chi è rimasto


Gustave Courbet, particolare del Funerale a Ornans 

Nel bene e nel male Courbet aveva tracciato un solco ; grazie a quest'opera la pittura realista si impone a metà Ottocento , tanto che qualche anno dopo il conte di Nieuwerkerke , sovrintendente all'Accademia di Belle arti di Parigi( lo stesso personaggio che con sdegno accoglierà L'Atelier di Courbet, presentato all'Esposizione Universale del 1855) farà acquistare dallo Stato La benedizione del grano nell'Artois di Jules Bréton, esposto in pompa magna al Salon del 1857.


Jules Breton, La benedizione del grano nell'Artois, 1857,

olio su tela cm 128 x 320, deposito al Museo d'Orsay, Parigi

L'artista decide di dipingere la processione che si svolge nei tre giorni precedenti l'Ascensione nel sul paese natale ed in Bréton è evidente il modello dell'opera di Courbet  ma il risultato è una visione stucchevole, agreste e rassicurante del mondo contadino: i  colori sono caldi , la linea dell'orizzonte che taglia a metà il dipinto  dà equilibrio all'opera, le figure  sono di piccolo formato. Stesso discorso  vale per L'erezione del Calvario


Jules Bréton , L'erezione del Calvario,1858, olio su tela,

cm135 x250, Lille Museo di Belle Arti

Opere come queste le cataloghiamo come pittura di genere.

Le grandi tele di Courbet sono pittura di storia.

E dopo di lui quindi verranno Manet e Monet.

sabato 6 febbraio 2021

Emilio Longoni tra divisionismo sociale e pittura di natura

La povertà e l'emarginazione sono state compagne di Emilio Longoni per tutta la vita



Emilio Longoni, Ghiacciaio, 1906, olio su tela, cm 36 x 44
Milano, Palazzo della Permanente

Nasce a Barlassina in Brianza nel 1859, mamma sarta, babbo maniscalco ed ex garibaldino
Tanti fratelli.
Poche opportunità.
Emilio fugge a Milano in cerca di lavoro, sognando fama , fortuna e gloria e fa i mestieri più duri e più vari  (come decoratore di cartelloni pubblicitari o di giocattoli di cartapesta)  ; finalmente riesce a frequentare i corsi di Brera tra il 1876 e il 1880 e qui conosce e frequenta Giovanni Segantini , l'altro versante del divisionismo italiano.

Poi, nella primavera del 1881- inquieto, senza lavoro e spinto dal desiderio di studiare con Domenico Morelli pittore di macchia e insegnante all'Accademia di Belle Arti partenopea, giunge a Napoli e affina la sua tecnica pittorica , sempre più vicina all'osservazione della realtà.

Al ritorno a Milano conduce vita ai margini : notti sui bastioni , lavori pesanti e irregolari, frequentazioni "difficili".
E qui Segantini , che aveva anche lui conosciuto una vita di stenti e di piccola delinquenza, lo prende sotto la sua ala protettrice e lo porta con sé - tra il 1882 e il 1884- a Pusiano e a Carelle per dipingere en plein air .
Il contratto capestro stipulato dai due pittori con Vittore Grubicy de Dragon , spietato mercante d'arte e pittore non all'altezza dei due ,viene rescisso e questo è l'inizio di una vita nuova per Segantini e Longoni!
Conosce Troubetzkoy e Ranzoni, artisti scapigliati e entra in contatto con Gustavo Macchi, critico, scrittore e librettista  ; grazie a lui Longoni si avvicinerà agli scritti di Marx, Schopenhauer, Nietzche, Ibsen, Whitman e frequenta un gruppo di intellettuali socialisti tra i quali Luigi Majno, Ada Negri e il poeta operaio Pompeo Bettini

Di questo periodo sono le sue  prime opere di protesta sociale come L'oratore dello sciopero , La piscinina e Riflessioni di un affamato
Vediamole

Emilio Longoni, L'oratore dello sciopero, 1891, olio su tela,
cm. 193 x 134, Pisa, collezione privata
Esposto alla Prima Triennale di Brera del '91 (proprio quella che vide nelle sale Maternità di Previati e Le due madri di Segantini) , suscitò aspre polemiche 
L'uomo che arringa la folla in piazza Fontana diventa da subito manifesto delle rivolte operaie 
Il linguaggio è nuovo e la composizione ha  un taglio fotografico, una pennellata ardita a piccoli tocchi , una tavolozza chiarissima 
E  la luce solare che illumina l'arringatore in primo piano la si ritrova nella parte centrale in fondo , dove fan capolino un tram giallo e la carica della polizia
L'immagine fu subito un'icona popolare
Così Pompeo Bettini descrisse l'opera in Cronaca dell'Esposizione di Belle Arti, Milano, 1891 :
"Con uno stoico disprezzo degli effetti stabiliti il Longoni dipinse il suo Oratore dello sciopero, dove volle cavare sopra i cielo e sulla folla una energica figura di operaio ribelle. Questo quadro, che prova una incrollabile onestà artistica, urtò molto i nervi del giurì per l'accettazione. E' una seria promessa di opere più forti. Le discussioni che ha già provocato sono indizio del suo valore"

L'altra opera esposta alla Prima Triennale  eccola qui 

Emilio Longoni, La piscinina , 1891, olio su tela, c.126 x 71
Gallarate, Collezione privata

Il lavoro minorile Longoni lo aveva conosciuto eccome ! 
Così ricorda l'esperienza della sua infanzia in appunti conservati a Milano (Archivio Longoni, presso i discendenti dell'artista) :" Finite le elementari, in casa mia si era in troppi. Mio padre non guadagna sufficientemente per mantenerci tutti... Mi si conduce a Milano in piazza Duomo,   un giorno di mercato, e mi si affida a un sensale di vini perché io faccia il piccolo .... Cambio diversi padroni "

Qui sicuramente il pittore ingentilisce la scena e la grazia della piccola aiutante di modista che porta una cappelliera , attraversando la Galleria Vittorio Emanuele , è in ogni dettaglio: dalla camminata quasi danzante a i colori tenui e slavati dell'abito , dal nastro rosa che le incornicia il viso  alla collana più grande di lei, indossata con civetteria.
La tecnica , a differenza dell'opera precedente , qui non è divisionista anche se l'attenzione ai contrasti cromatici denota tanti punti in comune con lo stile di Previati e Segantini

E poi , alla seconda Triennale di Brera nel 1894 Longoni espone Riflessioni di un affamato , opera che incappò nella censura


Emilio Longoni, Riflessioni di un affamato o Contrasti sociali
1894, olio su tela, cm. 190 x 155, Biella, Museo civico

Il dipinto fu riprodotto sul giornale La lotta di classe del primo maggio del 1894 e della rivista furono stampate e diffuse oltre centomila copie . Alla riproduzione era affiancato un testo anonimo ma probabilmente scritto da Gustavo Macchi nel quale i tre protagonisti dell'opera- l'affamato e i due annoiati clienti del ristorante- esprimono i propri pensieri
Ecco il testo

"Lei ( di dentro) Non ho appetito. Quell'aragosta che abbiamo mangiato a cena stanotte mi ha guastato lo stomaco
Lui (tagliando la bistecca) Fa' come faccio io: basta succhiare il sugo di carne; è un eccellente filetto del miglior manzo
L'affamato (da fuori) Vorrei sapere perché non mangiano quelle quattro michette ; dodici ne mangerei, per dio, che' son 24 ore che giro!
Lui ( di dentro) Vuoi qualcosa d'altro, qualcosa di piccante?
Lei (svogliata) No, no .
Lui Delle uova coi tartufi?
Lei Proviamo, come t' invidio il tuo appetito ....
Lui Bisogna pur cercare di tener vivo l'appetito; vedi, stamattina , quando ti ho lasciata, ho tatto una magnifica trottata.... ( chiama) Cameriere?
L'affamato  (di fuori) Se almeno trovassi lavoro! Il mio mestiere lo so, e in officina resisto 15 ore ( il cameriere viene a ricevere ordini e porta via la bistecca) . Che porci! Mandano indietro la carne , perché hanno la pancia troppo piena. Vi farei vedere io, a mangiarla. Così nessuno la consuma; e siamo noi che l'abbiamo pagata!
Lui ( di dentro, accortosi di quell'individuo di fuori) Ohé, che cosa fai mamalucco ! Va via , va a bottega" .

Il risultato? In base all'articolo 247 del Codice Penale da poco entrato in vigore fu disposto il sequestro del giornale e l'incriminazione di Longoni per " istigazione all'odio di classe"
Poco importava che l'opera di grandi dimensioni fosse dipinta con maestria pittorica ( il taglio diagonale e i contrasti tra  i colori chiarissimi  del fuori e tinte cupe dell'interno del ristorante) e con una tecnica divisionista impeccabile
  Da allora Longoni divenne un sorvegliato speciale...
Lui stesso , sempre negli appunti autobiografici afferma : " Passo per  il pittore degli anarchici e la questura a sua volta s'interessa di me e mi fa chiamare due o tre volte. Queste seccature si ripetono con maggiore insistenza dopo i fatti del 1898"

Stanco e disilluso , Emilio Longoni si rifugia in montagna e dipinge una natura toccante e quieta, come in  Accordi azzurri 

Emilio Longoni , Accordi azzurri ,1903, olio su tela, cm 35 x 74, 
Milano, collezione privata
o in Primavera in alta montagna



Emilio Longoni, Primavera in alta montagna, 1912
olio su tela, Milano, Gallerie d'Italia


La solitudine è sua compagna ; niente più uomini rappresentati nella fatica quotidiana.
Solo natura