martedì 31 ottobre 2017

Il Trittico Mérode ovvero ogni particolare porterà alla conoscenza



Robert Campin, Trittico Mérode, 1427-32 olio su tavola, cm:118 x 64,5, New York,  Metropolitan Museum of Art

Questo dipinto di dimensioni raccolte ,giunse al Met di New York nel 1956, venduto dagli eredi della contessa Marie Nicolette de Merode che a sua volta lo aveva ricevuto in dono di nozze negli anni Quaranta del 1800.
Prima dove fosse non si sa.
Ma in questo piccolo altare il pittore ci racconta un mondo, quello delle floride Fiandre dei primi decenni del Quattrocento.
Non raccontiamo di Robert Campin, il misterioso Maestro di Flémalle, nato a Tournai e attivo tra il 1410 e il 1444; poco si sa di lui.
Limitiamoci a osservare il suo gioiello:
Scomparto centrale

Appena entrato nella casa, l'angelo Gabriele sta annunciando a Maria la buona novella.
Non l'ha fatto ancora, lo sta facendo in questo preciso istante: le sue labbra sono semiaperte, le sue vesti, luminose e rese ancor più preziose da un nastro ricamato con inserti di pietre dure, sono spiegazzate . Il suo repentino arrivo ha fatto spegnere la candela ; o forse la finestra aperta ha fatto riscontro?
Sul tavolo è posta una brocca di manifattura orientale con un giglio, simbolo mariano.
Un libro miniato, con le pagine svolazzanti , mostra quanto fossero preziosi e raffinati questi oggetti che, per essere conservati, avevano una borsa di stoffa riccamente decorata.
I raggi d'oro che giungono dall'oculo alle spalle dell'angelo, portano una figurina con la croce di Gesù; se seguiamo la traiettoria, vanno dritti verso Maria.
Il catino  per la toeletta è appeso ad una catena e fa ombra sul muro. L'asciugamano in lino di fiandra ha ancora le pieghe della stiratura; questi oggetti probabilmente sono sia simbolo di purezza che preannuncio al parto che allora, ovviamente, avveniva in casa
Sulla finestra , tra i vetri smerigliati, compaiono gli stemmi dei committenti, aggiunti forse successivamente; in origine la finestra era coperta da foglie d'oro .
L'azzurro del cielo venne dopo, nello stesso periodo della pittura sullo scomparto destro.

Nello scomparto di sinistra è raffigurato Giuseppe, il promesso sposo di Maria, nella sua bottega di  falegname; in quello di destra i donatori in ginocchio  , sembra osservino la scena dalla porta aperta.

Eccolo, questo tenero vecchietto intento al suo lavoro; tutti gli strumenti sono in evidenza e chiodi, tenaglie e martello sono monito a quanto accadrà a Gesù sulla croce.
E le trappole per topi, una sul banco da lavoro, l'altra sul davanzale della finestra, alludono agli scritti di sant'Agostino che identificava la croce come trappola per Satana.
I committenti?
Chi siano non si sa, certo è che queste scene intime come l'annunciazione o la bottega di Giuseppe, ben si adattavano ad un interno borghese ed erano exempla per vivere bene la propria esistenza terrena
Ogni cosa al suo posto , ogni oggetto minuziosamente descritto ( gli spilli a fermare il velo della donna!) ; tutto quello che si presenta alla vista, il particolare che si somma al tutto porterà alla conoscenza.
E perché tutto sia vero ,è necessario percepire tutti gli oggetti che la compongono ; lo spazio non è pensato con la nuova prospettiva matematica fiorentina , ma con una visione naturale dell'occhio
La luce della nuova rivoluzionaria pittura a olio è funzionale a tutto ciò e le tonalità cromatiche sono nette e livide, proprio come la luce del Nord.

Immaginiamo nelle case di Bruges, di Gand, questi gioielli che erano il vanto di una classe mercantile che usava l'arte per una fruizione domestica, a differenza dei colleghi fiorentini che mostravano in chiese affollate ,le pale d'altare,
Nord e sud, che qui sembrano così lontani, in pochi anni saranno tanto vicini; penso a Hugo van der Goes, a Beato Angelico,a Berruguete, a Piero della Francesca.
Ma questa è altra storia.