sabato 30 marzo 2019

Sansone vittorioso ovvero la bellezza per Guido Reni

Guido Reni , Sansone vittorioso,1614-16, olio su tela, cm 260 x 223
Bologna, Pinacoteca Nazionale

Oggi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna ammirato da tanti
Un tempo - diciamo i primi decenni del Seicento- questa monumentale tela era posta come sopracamino  ( un camino piatto, a parete) in una delle sale di Palazzo Zambeccari , sempre a Bologna .
Quindi immaginiamocelo ben più in alto rispetto alla collocazione attuale, nella sala 24 della Pinacoteca.
Pinacoteca Nazionale di Bologna, sala 24 (sala di Guido Reni)

E' importante guardarla dal sotto in su, per accorgersi dell'artificio prospettico costruito da Guido Reni (Bologna 1575- ivi 1642)
 Il pittore la dipinse intorno al 1614 ; era a Roma al servizio del cardinale Scipione Borghese, grande collezionista e amante dell'arte e per lui  aveva appena terminato l'incantevole  Aurora , affresco nel Casino Borghese ,oggi Casino Rospigliosi Pallavicini.
Guido Reni, Aurora, 1612-14,affresco, cm 280 x 700 
Roma, Palazzo Rospigliosi Pallavicini


Ma, a detta del suo biografo Cesare Malvasia, Roma era caotica, grande e troppo cara e piena di tentazioni per un giocatore d'azzardo quale lui era...
E così Reni fugge e torna a casa, nella città dove si sente al sicuro.
E per nobili famiglie dipinge opere religiose  collocate in cappelle private o in sontuosi palazzi.

E' il caso del Sansone vittorioso .
Sansone ha appena sterminato i filistei , qui rappresentati armati di tutto punto . Li ha sconfitti a mani nude, con l'arma della Verità .
E la verità è nuda.
Stremato dall'impresa sovrumana, è preso da una gran sete e allora lascia cadere la mascella *d'asino che aveva usato come arma . dall'impatto con la terra, sgorga una sorgente d'acqua , che l'eroe raccoglie grazie alla mascella usata come tazza.
Ecco. Guido Reni è come se avesse usato un fermo immagine proprio in questo punto 
 Il gesto dell'assetato è enfatizzato grazie alla cornice  che termina a centina lobata e raccoglie l'empito verso l'alto
In basso giacciono i filistei, già dall'incarnato cereo  e Sansone preme il piede destro sulla schiena di un nemico
Sansone vittorioso, particolare

Ma non c'è violenza nell'episodio. Sì, si vede il sangue rappreso e sgorgato dalle ferite ,ma tutto il classicismo che il pittore aveva "bevuto" nei soggiorni romani, qui stempera il dramma e permette all'artista di dipingere un corpo dall' "impareggiabile attitudine sfiancheggiante " 
Questa fu l'espressione che Cesare Malvasia coniò per il Sansone di Reni ( Cesare Malvasia, Felsina pittrice Vite de' pittori bolognesi , Bologna 1678)
La posa è copia conforme dell' Apollo Belvedere 
Apollo del Belvedere ,copia romana in marmo da originale in 
bronzo del 330 a. C. attribuito a Leocares, Musei Vaticani 
Il braccio proteso è quello del Laocoonte che a quella data era stato ricostruito teso verso l'alto, proprio come qui.
Ma l'idea di "fermo immagine" e di una natura immobile , di un mare liscio come l'olio probabilmente Reni la riprende dalla Galatea dell'amatissimo Raffaello
Raffaello, Il trionfo di Galatea, 1512, affresco, cm.295 x 225
Roma, Villa Farnesina
come le forme sinuose e gli svolazzi del panneggio

L'artificio prospettico...
Vero è che la tela era posta sul camino e quindi lo sguardo era pensato dal basso verso l'alto ma il braccio alzato di Sansone, gli occhi del protagonista unico, ci costringono a guardare l'opera da più punti di vista 
E il terzo quarto del dipinto, quello più in alto , vbede protagonista l'acqua, come calasse dal Paradiso, prefigurazione dell'acqua purificatrice del battesimo.
In basso, più vicino alle fiamme del camino, la terra, il sangue, i corpi dei filistei
Che meraviglioso esercizio di stile!

*Un errore dell'antica traduzione del testo biblico aveva confuso il nome del luogo della battaglia  denominato monte della Mascella, con l'osso medesimo, generando questa iconografia. L'acqua non sgorga dalla terra ma dalla mascella posta in mano a Sansone

domenica 17 marzo 2019

Il più bel ritratto neoclassico in assoluto al mondo: I coniugi Lavoisier di Jacques Louis David


Jacques Louis David, Ritratto dei coniugi Lavoisier, 1788, olio su tela,
cm. 260 x 195, Metropolitan Museum, New York

I conservatori del Metropolitan Museum di New York hanno un forte senso di appartenenza e pensano di avere il meglio .
A volte si sbagliano, a volte no
Hanno sicuramente ragione nel dire che questo dipinto di grandi dimensioni sia il più bel ritratto neoclassico al mondo.
Vediamo perché e come è arrivato al di là dell'oceano

Venne dipinto nel 1788 e fu pagato a David da Antoine Lavoisier l'ingente somma di 7000 lire francesi (per fare un paragone, il dipinto commissionato da re Luigi XVI I littori portano a Bruto i corpi dei figli fu pagato 6000 lire)
Alla morte di Marie Anne Lavoisier nel 1836, il dipinto fu ereditato dalla nipote, contessa di Chazelles. Messo in vendita  dagli eredi , fu acquistato nel 1925 da  John Rockfeller per essere donato due anni dopo al Rockfeller  Institute for Medical research di New York
Nel 1977 fu donato al Met.
Questa la storia, ma partiamo dal 1788

Dall'epistolario tra madame Lavoisier e Jean Henry Hassenfratz (principale collaboratore del chimico Lavoisier e poi primo professore di fisica dell'Ecole Politecnique ) sappiamo che la donna aveva deciso di celebrare gli studi del marito con un'opera d'arte. 
E chi meglio di David avrebbe potuto farlo?

In questo monumentale ritratto, David ha rappresentato i coniugi al tavolo di lavoro.
Lui, Antoine , è uomo brillante , mente acuta , materialista fatto e finito.
E a fianco di un grande uomo c'è una grande donna.

Infatti Marie Anne, qui trentenne (quando era andata sposa a Antoine Lavoisier nel 1771 aveva solo 13 anni!) è qui  in posizione  preminente, al centro del dipinto e guarda verso lo spettatore.

Sulla poltrona alla sua sinistra è poggiata una cartella con dei disegni, opera della giovane donna che aveva preso lezioni di disegno dallo stesso David e che alludono probabilmente alle illustrazioni da lei ideate per  la più celebre opera del marito , il Trattato elementare di chimica , che sarà dato alle stampe nel 1789
Particolare con i disegni , dal Ritratto dei coniugi Lavoisier
Sul tavolo, in primo piano, sono posizionati gli strumenti per gli esperimenti e spicca il gasometro destinato a raccogliere un gas secco dal mercurio: il mercurio , introdotto dal primo tubicino, fa uscire il gas dal secondo
Particolare col gasometro

Miracolosamente, gli strumenti di Lavoisier si sono conservati e  oggi sono al Conservatoire National des Arts et Metiers di Parigi

Gasometro e strumenti di Lavoisier, Parigi, Museo del CNAM, Parigi

In primo piano per terra è posizionata la grande palla di vetro e subito dietro vi è l'idrometro in ottone. Qui c'è tutta la maestria di David nel creare riflessi sul vetro (si specchiano due  finestre non visibili nel dipinto) o nel dare luce grazie ai morbidi panneggi del drappo rosso.
Particolare degli strumenti in primo piano
E il virtuosismo pittorico e la grazia di David si leggono nelle sfumature delle vesti di madame Lavoisier , negli sbuffi dei nastri e nella cura dei lunghi capelli 
Particolare del vestito di Madame Lavoisier

Madame Lavoisier
Antoine Laurent Lavoisier, seduto al tavolo mentre annota sui fogli alcuni appunti, si gira verso Marie Anne, sua musa ispiratrice 
 Lei  poggia con naturalezza  la mano sinistra sulla spalla del marito; l'intimità e la complicità della coppia sono rese con maestria. 
E' come se David avesse voluto rendere omaggio alla giovane donna ( che tra l'altro aveva tradotto il Saggio sulla flogistica di Kirwan e aveva permesso dunque al marito di confutare le teorie del flogisto ) e avesse accresciuto -proprio grazie a ciò- la statura dell'uomo  che tanto aveva scommesso sull'intelligenza viva della moglie e che per un attimo ci fa dimenticare (ma solo per un attimo... ) il fatto che avesse preso in moglie una bambina 
Antoine Laurent Lavoisier



Lo sguardo dell'uomo è eloquente : amorevole , complice e il volto leggermente in ombra.
E' lei che lo illumina , che gli ruba la scena.

Le circostanze politiche non permisero di esporre il ritratto al Salon del 1788, perché Antoine Lavoisier , in veste di commissario per le polveri da sparo, fu coinvolto in uno scandalo politico.

L'anno dopo scoppiò la Rivoluzione .
Lo scienziato ebbe ruolo primario, ricoprendo la carica di deputato agli Stati Generali .
Nel 1790 si occupò della riforma del sistema dei pesi e delle misure e poi approntò  un progetto di riforma fiscale.
Nonostante il servizio prestato durante il regime rivoluzionario, fu ghigliottinato nel 1794

Il matematico Giuseppe Lagrange  anni dopo così commentò questo orrore :" Alla folla è bastato un solo istante per tagliare la sua testa, ma alla Francia potrebbe non bastare un secolo per produrne una simile" 



domenica 10 marzo 2019

Tra paganesimo e cristianesimo : il Sarcofago di Giunio Basso

Nel  1597 fu ritrovato nelle cripte vaticane un sarcofago di una bellezza mozzafiato .
L'epigrafe ricordava il nome e gli anni

Sarcofago di Giunio Basso,359 d.C., marmo, 141 x 243 cm, 
Città del Vaticano, Musei Vaticani

L'opera fu fatta per Giunio Basso, praefectus urbis morto all'età di 42 anni nel 359 d.C.  e figlio dell'omonimo console che fece erigere  nel 331 d.C.una piccola basilica (romana,non cristiana) vicino al Circo Massimo e di cui ben poco, se non alcune decorazioni pavimentali, ci è rimasto.

Il figlio abbandonò il paganesimo per abbracciare la nuova religione cristiana ( nell'epigrafe è ricordato come neofita ) e volle raccontare la sua scelta in questo sarcofago. 

Il sarcofago  probabilmente è stato scolpito in una bottega romana che lavorava in quegli anni per una committenza "mista" , sia pagana che cristiana e le figure si staccano dal fondo in un elegante altorilievo che accentua il chiaroscuro. Rientra in una particolare tipologia dei sarcofagi della passione , visto che molte delle scene sono tratte dalla passione di Cristo e dei sue discepoli Pietro e Paolo.

Sulle due testate sono rappresentati nel registro inferiore  putti che vendemmiano e in quello superiore amorini che mietono il grano, chiare allusioni all'eucarestia 


Sarcofago di Giunio Basso,particolare del lato destro

Il fronte è spartito in due ordini di colonne libere che sorreggono nell'ordine superiore un architrave e in quello inferiore un sistema alternato di timpani e arcate a valva di conchiglia.

Dieci sono le scene con episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento e , partendo dalla prima in alto a destra si hanno
  • Il sacrificio di Isacco
  • L'arresto di san Pietro a Roma
  • Cristo in trono tra i santi Pietro e Paolo
  • Cattura di Cristo
  • Giudizio di Pilato 
E poi
  • Giobbe sul letamaio
  • Il peccato originale
  • L'ingresso di Cristo a Gerusalemme
  • Daniele tra i leoni
  • Il martirio di san Paolo
Ad altre scene bibliche alludono la raffigurazione di agnelli  poste tra i timpani e le arcate del registro inferiore.
Osserviamone alcune
Sarcofago di Giunio Basso, Cristo tra i santi  Pietro e Paolo

La più importante è sicuramente quella posta al centro in alto 
Le tre figure sono racchiuse in uno spazio delimitato da colonne il cui fusto è decorato con putti che si arrampicano su piante rampicanti . Al centro un giovane Cristo imberbe sta consegnando a Pietro e Paolo la Nuova Legge (traditio legis) .
Siede in trono, è in posizione gerarchica e sta schiacciando con un piede un vecchio che sorregge un manto ; questi è la rappresentazione di Coelum o Atlante e dunque il paganesimo è sovrastato e sconfitto dalla nuova religione del giovane a apollineo Cristo.
L'ordine della composizione, il morbido panneggio , gli sguardi dei santi che convergono verso Gesù sono segnale di un linguaggio aulico e classico, ma le espressioni vive e reali di Pietro e Paolo rimandano al ritratto romano.

Sarcofago di Giunio Basso , Entrata di Cristo a Gerusalemme
Sotto la scena appena vista, è rappresentato quasi di scorcio Cristo in sella a un asino . Un uomo si inchina al suo passaggio e stende un mantello sotto gli zoccoli , mentre un altro sembra arrampicarsi ad un albero per poter osservare la scena. Il dinamismo è accentuato dal chiaroscuro marcato.

Sarcofago di Giunio Basso , Giobbe nel letamaio 
E quanto realismo è presente nella prima scena del registro inferiore !
Il povero Giobbe che tanto deve patire, qui è raffigurato sul letame , mentre la figura alla sua destra, probabilmente la moglie, si copre il naso col mantello per non dover sentire la puzza !


Sarcofago di Giunio Basso, San Paolo condotto al martirio
L'ultima scena in basso rappresenta la cattura di san Paolo e il prossimo martirio ; il santo china leggermente il capo e il carnefice si volta verso di lui , guardandolo con occhi di bragia.

Un programma iconografico così complesso con ogni probabilità non inserisce in maniera casuale gli episodi che hanno un parallelismo  tra opposti .
Per esempio alla prima scena (il sacrificio di Isacco e quindi il giudizio di Dio ) corrisponde dalla parte opposta il giudizio di Pilato e alla cattura di Pietro corrisponde quella di Gesù .

Siamo in anni meravigliosi e ricchi per la ricerca di linguaggi visivi nuovi. 
Dopo l'Editto di Costantino il Cristianesimo è una delle religioni dell'impero e i neofiti , che fino al giorno prima erano pagani (è proprio il caso di Giunio Basso padre e figlio) utilizzano un linguaggio vecchio che si carica di significati nuovi 
Alle vecchie divinità pagane subentrano le nuove divinità.
Ma le fattezze, per un lungo periodo, saranno quelle antiche