domenica 26 aprile 2015

L'Ermitage , ovvero l'eremitaggio di post-impressionisti e Avanguardie

I legami tra la Russia e la Francia sono antichi; il francese era la lingua delle corti e dei salotti ( le prime pagine di Guerra e Pace riportano conversazioni in francese.
Architetti e pittori francesi lavorarono presso la corte degli zar e l'Ermitage acquisì tante tele di artisti francesi.
Poi scoppiò la moda dell'Impressionismo, che conquistò forse prima la Russia che Parigi.

Gli artisti dell'associazione Mir iskusstva (il mondo dell'arte) , attraverso le pagine della rivista Zolotoe runo (il vello d'oro) , riproducevano le opere degli Impressionisti.

Sergei Schukin giunse a Parigi nel 1897 e acquistò il suo primo Monet e fu amore !

Claude Monet, Donna in giardino, olio su tela, 1867
Forse questa tela aveva colpito il mercante per la tanta luce e la quiete del verde .
Seguirono altri Monet, tre Renoir, otto Cézanne, quattro Van Gogh, sedici Gauguin....
E anche Ivan Morozov non fu da meno

Questa splendida  natura morta è un suo acquisto
Paul Cézanne, Natura morta, olio su tela, 1894-95
La composizione è tutta giocata sull'armonia dei colori e l'equilibrio delle parti; le arance risaltano come semplici sfere ("dipingere la natura secondo sfera , cilindro e cono") sul piatto bianco, leggermente inclinato.

Ecco Gauguin

Paul Gauguin, Dove vai? ,olio su tela, 1893
Opera del primo periodo polinesiano, qui si ritrae una splendida donna, forse la compagna dell'artista , che tiene in mano una zucca, contenitore per l'acqua, simbolo di fertilità. E così la madre con il figlio in secondo piano a destra esplicita il concetto di maternità. I colori, stesi per ampie campiture saranno punto di partenza per i fauves.

Ed eccole le Belve!
Quali sono le opere "cult" di Matisse ?
Henry Matisse, Armonia in rosso, olio su tela, 1908
Partiamo da questa. Matisse undici anni prima aveva dipinto un soggetto simile ( La "Tavola imbandita ") ma qui niente dell'interno "alla Degas" è rimasto.
Il pittore avrebbe dovuto presentare questa opera come "Armonia blu" ; Schukin l'aveva richiesta per la sua sala dai divani verdi. 
Effettivamente al Salon d'Automne  del 1908 l'opera era tutta giocata su una gamma di azzurri, una foto in bianco e nero d'epoca testimonia questa scelta.
Poi però Matisse ci ripensa; chiese al mercante russo di lasciargli per un po' il quadro.
E lo trasformò.
Gli omaggi a tutti gli artisti importanti per Matisse sono qui presenti :la sedia è per Van Gogh, l'alzata di frutta è un Cézanne sputato, gli alberi  puntinisti sono un grazie all'amico Signac, il rosso è quello di Gauguin, l'arte come decorazione (vedi la tappezzeria e la tovaglia) ammicca al suo maestro simbolista Gustave Moreau.
E poi tutti i generi pittorici - dal ritratto alla natura morta, dai paesaggi alla scena di genere- sono presenti.
Il profilo della donna poi mostra la risposta "dolce" al cubismo di Picasso; Matisse aveva visto Les demoiselles d'Avignon e non condivideva la rudezza della forma picassiana.

Matisse però doveva farsi perdonare il cambio di colore ; il salotto di Schukin in stile neorococò , coi sui divani verdi era in attesa di un'altra armonia. Eccola

Henry Matisse, La conversazione, 1909, olio su tela
In un interno definito dall'apertura della finestra, delineata dall'arabesco lineare della ringhiera, due simmetriche figure conversano con gli sguardi; i loro profili "assiri" hanno un che di antico e nuovo. L'eleganza preannuncia La danza
Henry Matisse, La danza II, Olio su tela, 1910
L'opera era posizionata insieme alla Musica , sempre di Matisse e sempre all' Ermitage, sullo scalone d'ingresso della casa moscovita di Schukin ed entrambe dovevano essere un meraviglioso effetto cromatico. 
Il "metodo Matisse" - sostanzialmente basato prima sull'armonia e poi sulla composizione, ci viene raccontato dallo stesso artista:
« Il primo elemento della costruzione fu il ritmo, il secondo una vasta superficie blu scuro (allusione al cielo mediterraneo nel mese di agosto); il terzo un verde scuro (il verde dei pini mediterranei). Partendo da questi elementi, i personaggi non potevano che essere rossi, per ottenere un accordo luminoso. »

I tre colori primari sono dosati, come nella ricetta di un grande chef, in egual misura; un terzo, un terzo, in terzo.
L'armonia cui deve tendere il mondo è compiere gesti lievi, è l'antitesi del combattimento, è l'essere pronti ad accogliere nel cerchio chi vuole partecipare ; le due figure in primo piano non stringono le mani ma le lasciano aperte all'accoglienza.
Inoltre Matisse, con questa opera che è diventata un caposaldo dell'arte dell'Occidente, è come se con garbo rispondesse alla veemenza del collega Picasso.
Il quale però era capace di forme plastiche che avevano poco da invidiare a quelle di Michelangelo!
Pablo Picasso, Tre donne, olio su tela, 1908
Questa grande tela -2 metri per 178 cm- mostra come la strada intrapresa dall'artista di Malaga sia quella della supremazia della forma. C'era stata la meditazione sulla retrospettiva dedicata a Cézanne nel 1907, c'era stata la presa di coscienza dell'arte "sintetica" africana, ammirata al museo etnografico del Trocadero a Parigi, c'era l'amore per l'opera di Seurat Le modelle.
Il risultato è sotto i nostri occhi: Picasso è il nuovo classicismo e ancora una volta, se ci avviciniamo alla tela, restiamo ammaliati dalla tecnica di stesura del colore che è perfetta ed accademica.

Ultima opera del mio percorso: l'amato blu

Pablo Picasso, Ritratto di Jose Maria Soler, olio su tela, 1903
Qui si torna indietro di qualche anno.
Soler, sarto alla moda, era uno dei frequentatori abituali del caffè Els 4 Gats, ritrovo abituale dei giovani artisti di Barcellona. 
Picasso , spavaldo e squattrinato ma molto attento alla cura della propria immagine esegue questo malinconico ritratto in cambio di abiti. Grazie a questa immagine un sarto della sua epoca, noto solo nella sua città (magari neanche in tutta!) vive dei nostri sguardi, della nostra ammirazione.
Quando si dice "il potere delle immagini"!

sabato 25 aprile 2015

L' Ermitage di san Pietroburgo ,ovvero il Buen Retiro, Quello che dentro piace a me

Scegliere tra i 60.000 pezzi esposti (dei 2.938.638 posseduti) è da folli.
Ma per dirla alla Nick Hornby, è bello fare delle classifiche.
Intanto un dato di fatto; l'idea del museo balenò a Caterina di Russia- su consiglio però di Diderot- che a metà Settecento decise di accumulare opere d'arte , visto che lei stessa amava dire :"Sono solo una golosa, non una conoscitrice"
La Zarina aveva persino stilato un elenco di norme per accedere alla Collezione: si entrava senza spada e senza cappello, si lasciavano fuori rango e  presunzione, si doveva parlare a bassa voce ed era vietatissimo sbadigliare!
Nel corso dei secoli , L'Ermitage si è arricchito di capolavori e nel Novecento, grazie all'acume di due collezionisti  , Sergei Scukin e Ivan Morozov, il Museo di san Pietroburgo contiene alcune tra le opere più celebri delle Avangiardie.
Questi due collezionisti furono persone  di elevata cultura, strettamente legate ai circoli artistici parigini. Scukin e Morozov avevano rapporti  con le case  di mercanti d'arte quali Durand -Ruel, Bernheim- Jeune e soprattutto Vollard e Kahnweiler.

Ma un elenco lo devo fare.
Allora, ho poco tempo: cartina in mano, decido di dare rapida occhiata ai fiamminghi e agli italiani del Quattrocento (Campin, van der Weiden, Lippi, Leonardo)
Robert Campin, Madonna col bambino, olio su tavola, 1430 ca.

Robert Campin, Trinità, olio su tavola, 1430 ca.
In questo dittico , i due misteri dell'incarnazione e della redenzione sono dipinti in modo , il primo dolce e quotidiano , il secondo duro e tragico.
Ogni oggetto, dal fuoco nel camino alle piccole statuine -un pellicano e una leonessa- sul freddo trono hanno un loro perché.

Via veloce le sale del Cinquecento italiano (Giorgione, Raffaello, Lotto, Andrea del Sarto, Correggio, Tiziano, Veronese e Tintoretto ce li guardiamo in Italia)

Via veloce il Seicento :Caravaggio bellino ma ce ne sono di meglio,Velazquez ce lo si guarda al Prado, Rembrandt...
Rembrandt, Il ritorno del figliol prodigo, olio su tela, 1668-69
E' una delle ultime opere dell'artista che forse qui, rivive la sua esperienza. Anche lui, come il giovane, aveva accumulato ricchezze poi svanite , per ritrovarsi alla fine della vita , solo e colpito da dolorose perdite.
Il vecchio padre cieco che abbraccia il giovane dalle vesti lacere e dai piedi  escoriati, è come se vedesse la calda luce del perdono; chi è in ombra forse disapprova questa scelta.

Il Settecento lo si fa d'un soffio.
 Canova? 
Come non fermarsi davanti alle Tre grazie , magari con il ricordo delle Grazie di Foscolo...
Antonio Canova, Le tre grazie,marmo, 1813
Lo splendore , la gioia e la prosperità incarnati da Aglaia, Eufrosine e Talia, ricordano un'età dell'oro che , a quella data, tanto d'oro non era..

E ancora Friedrich
Caspar David Friedrich, Sulla vela, olio su tela, 1819
Caspar David Friedrich, Tramonto con due uomini, olio su tela, 1835
Caspar David  Friedrich, Le due sorelle, 1818-19
Tutto struggente, soprattutto l'ultima qui sopra; le due donne creano un legame affettivo con le due torri della chiesa e le due figure dolenti ai piedi della croce leggermente a destra.
La pallida luna è esattamente al centro della composizione..

La seconda puntata dell'Ermitage è per il Novecento!