martedì 9 agosto 2022

La luce nella Madonna delle ombre di Beato Angelico

 "Potette essere ricco, e non s ne curò, anzi diceva

la vera ricchezza essere il contentarsi di poco.

Possette comandare a molti e lo schifò, dicendo essere 

men fatica e manco errore ubbidire altrui"

(Giorgio Vasari, Vita di Fra Giovanni da Fiesole)


Beato Angelico, Madonna delle ombre, 1443 ca., affresco. 
cm193 x273,Firenze, Convento di san Marco

Il Convento di san Marco a Firenze- oggi splendido e silenzioso museo - fu edificato in zona centrale di Firenze dal 1436; i frati domenicani di Fiesole ebbero il placet da papa Eugenio IV e il cospicuo finanziamento da Cosimo de' Medici, da poco tornato dall'esilio padovano.
Michelozzo, architetto mediceo, costruì in semplici forme rinascimentali buona parte delle stanze, dalla biblioteca agli spazi di meditazione 

Michelozzo, Biblioteca del Convento di san Marco, terminata nel 1454

E se l'architetto preferito dei Medici è creatore di ampi spazi di preghiera , Angelico è decoratore di questi spazi.
Il programma decorativo ad affresco fu affidato a lui, frate domenicano proprio di quel convento  . Nell'impresa fu aiutato da maestranze che seguirono le indicazioni del frate pittore ,grazie ai disegni preparatori



Beato Angelico, Cristo in croce , inchiostro e 
acquerello su carta, cm. 29,3 x 19,
Vienna Albertina
Ancora oggi in tutto il convento possiamo ammirare la quieta semplicità dell'opera di Angelico, che offre forse le più interessanti novità nel dormitorio al primo piano .
Ogni cella ospita un affresco e i protagonisti sono sempre Cristo e un santo domenicano .
In tutte le  celle dei novizi è raffigurato  Cristo in Croce adorato da san Domenico ; cambiano le posture del santo ad indicare i diversi modi di preghiera 

Beato Angelico e aiuti, Crocifissione, 1442
affresco, cm 340 x 206 prima cella del dormitorio
Firenze, Convento di san marco

Nelle celle dei chierici, ormai giunti alla fine della formazione spirituale, nelle scene tutte della vita di Cristo , i santi domenicani raffigurati meditano quasi passivamente sul significato espresso , sapendo bene che la vita di un domenicano deve essere imitazione di quella di Cristo

Beato Angelico e aiuti, Cristo deriso tra la Madonna e san 

Domenico ,1439, affresco, cm 128 x 104

dormitorio del convento di san Marco, Firenze

Proprio perché le celle sono luogo di meditazione e preghiera, le decorazioni devono essere semplici, evocative , rigorose. 

E qui si nota come Beato angelico sia in bilico tra la grazia compositiva e cromatica della pittura di Gentile da Fabriano, ancora legato al gotico e la forza espressiva e dello spazio delle opere di Masaccio. Del resto lo stesso Vasari ricorda che alla Cappella Brancacci si formarono i pittori della nuova maniera e il primo ad essere menzionato è proprio il frate domenicano.

E l'adesione alla nuova prospettiva masaccesca è tutta da vedere nella Madonna delle ombre.


Beato Angelico, delle ombre, affresco, cm. 193 x 273

Già la  maggior dimensione dell'opera  ci dice che è collocata non in una cella ma nel primo corridoio est, tra le celle 25 e 26, dunque in uno spazio comune
Diverse le novità ( Carlo Bertelli parla di rivoluzione di velluto per la pittura del frate)
Intanto lo spazio architettonico, così semplice e classico da richiamare l'opera di Michelozzo.

Un muro bianco decorato dal lesene  corinzie ospita al centro una nicchia con un catino absidale dorato
In trono, leggermente più grandi rispetto agli otto santi, siedono la Vergine e il bambino.

Corridoio delle celle del dormitorio del convento di san Marco
(in fondo a dx l'affresco in questione)

La luce chiara e radente segue quella reale del corridoio ; è una fonte luminosa collocata a sinistra che  contribuisce al gioco di ombre portate dei capitelli. Ecco spiegato il perché del nome


Beato Angelico, Madonna delle ombre, particolare 
E qui , grazie proprio allo studio prospettico e alla luce, Angelico crea uno spazio reale; non più fondi oro che appiattiscono la composizione, ma luci e ombre che si proiettano anche sui volti dei santi e sulle aureole.
Per raggiungere questo luminismo, il pittore opta per una tecnica a secco, probabilmente osservata dalle opere dei fiamminghi, presenti nutriti a Firenze in quegli anni.

E poi questa è una delle prime sacre conversazioni .
Gli otto santi, simmetricamente quattro a sinistra e altrettanti a destra compiono gesti misurati e si cercano con gli sguardi e coi gesti.
I quattro santi a sinistra sono san Domenico, Cosma e Damiano - protettori dei Medici e san Marco evangelista


Gli altri, a destra sono san Giovanni Evangelista , il santo domenicano Tommaso d'Aquino, san Lorenzo con il suo strumento di martirio, la graticola e san Pietro martire da Verona, anch'egli domenicano e riconoscibile per la ferita sanguinante  sulla testa.
Al centro , amorevole e pensosa, la Madonna volge lo sguardo verso Gesù , vestito di bianco e con in mano un globo 


Qui, nel dipingere le due figure più importanti, Beato Angelico si "dimentica" per un attimo di applicare la prospettiva , invenzione dell'uomo e non degna del tutto di rappresentare la sacralità .

Ma il bambino che benedice e sorride colmo di speranza  a noi, è una delle più gioiose rappresentazioni di Cristo


Scopo di questa arte , di queste opere fruibili- non dimentichiamolo- solo ai confratelli era rasserenare nel silenzio dei chiostri e accompagnare alla preghiera.




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