sabato 8 novembre 2014

Michelozzo e Alberti : la tipologia vincente del palazzo privato

Due famiglie, due architetti, due palazzi.
Una città, Firenze .
La prima famiglia è quella medicea.
Cosimo il vecchio rientra a Firenze dall'esilio nel 1436 e con lui torna Michelozzo, architetto che era stato allievo di Ghiberti (con lui aveva lavorato nel 1416 alla porta nord del Battistero) .
Cosimo ha bisogno di un palazzo di città ; Filippo Brunelleschi, l'architetto più innovativo aveva proposto al signore un progetto maestoso, moderno, forse "eccessivo.
Appena rientrato in città ,il capostipite della famiglia Medici ha bisogno di tenere un basso profilo.
Preferisce dunque rivolgersi al "suo" architetto, che già gli aveva risistemato la villa di campagna di Cafaggiolo, che già gli aveva costruito le ville di Careggi e di Fiesole.

                      Villa di Cafaggiolo, lunetta dipinta da Giusto Utens, (1599-1602)

E così in via Larga (oggi via Cavour) , al posto di case già di proprietà della famiglia Medici, si butta giù tutto e si costruisce un unico grande, razionale edificio. quello che oggi chiamiamo Palazzo Medici Riccardi.
La facciata. in pietra forte - un'arenaria resistente- è suddivisa in tre piani dalle cornici architravate a dentelli e mano a mano che si sale il loro aggetto è crescente e se in basso sporgono le panche di via , che avevano la funzione delle moderne panchine ma anche preservavano la facciata del palazzo dai colpi dei carri, in alto vi è un monumentale cornicione; l'effetto di chiaroscuro, di pieni e di vuoti è creato!
                                      La panca di via angolare di Palazzo Medici Riccardi
Il palazzo sostanzialmente è un semplice cubo che al centro si apre per ospitare il cortile porticato, ma per togliere pesantezza all'opera, Michelozzo decide una decorazione varia nei tre piani: al piano terra bugnato rustico, cioè conci di pietra non sgrezzati, al piano nobile bugnato classico e all'ultimo piano il muro liscio.
Le semplici bifore dei due piani superiori , per i fiorentini di allora erano parallelismo immediato con quelle di Palazzo Vecchio ; chiara è l'intenzione di Michelozzo di utilizzare l'architettura come rimando politico.
 

                        Una finestra di Palazzo Medici Riccardi con lo stemma della casata

                                      Particolare delle finestre di Palazzo Vecchio a Firenze
Cosimo il vecchio, in sostanza legittima il suo potere anche attraverso l'arte ; la Firenze comunale rivive nella Firenze quattrocentesca.
Anche il cortile interno è a tre livelli. Al piano terra un elegante colonnato ad arcate a tutto sesto- omaggio alla facciata brunelleschiana dello Spedale degli Innocenti - sorregge con grazia un architrave decorato con fregio a festoni (questo è intervento decorativo di Maso di Bartolomeo).

Le stesse bifore in facciata sono presenti nel cortile interno e qui il bugnato classico è ottenuto con la pietra serena. L'ultimo piano ha una loggia architravata con colonnine ioniche.
Un tesoro all'interno di palazzo Medici Riccardi? La cappella dei Magi con gli affreschi fiabeschi di Benozzo Gozzoli . Ma questa è altra storia...
Benozzo Gozzoli, particolare del corteo dei Magi nella cappella dei Magi di Palazzo Medici, 1459 ca,

E ora, Palazzo Rucellai.
La famiglia Rucellai , mercanti divenuti ricchissimi nel Trecento grazie alla scoperta di un lichene, l'oricello in questione,che tingeva di un rosso acceso le stoffe, era importante tanto quanto quella dei Medici ( e poi infatti un figlio di Giovanni sposò la sorella di Lorenzo il Magnifico) e dunque negli stessi anni necessitava di un "restiling" del palazzo. E così in via della vigna nuova l'architetto di famiglia Leon Battista Alberti propone un progetto di ristrutturazione dei vecchi appartamenti Rucellai, tanto che lo stesso Alberti aveva sminuito il suo lavoro, definendolo solo un decoro parietale e mettendo in pratica qui ciò  che nel suo De re aedificatoria  del 1452 aveva teorizzato : un edificio deve essere perfetto nelle proporzioni perché la bellezza non sta nelle grandi misure ma nella concinnitas .

Certo, il modello è palazzo Medici Riccardi per la ripartizione a tre piani e per il bugnato, qui tutto classico, ma Alberti qui mostra come la memoria dell'Antico può essere punto di partenza per progettare il nuovo (a proposito di progettare, Alberti diede il progetto a Bernardo Rossellino che lo eseguì tra il 1446 e il 1465. Ecco l'architetto moderno!)
I tanti soggiorni romani dell'architetto sono visibili nel modello del Colosseo; i tre piani del palazzo presentano lesene tuscaniche , composite e corinzie in cima, proprio come nell'anfiteatro romano. E l'elegante bugnato, con grossi conci squadrati poco aggettanti è colta citazione dal Mausoleo di Adriano.
Anche la decorazione  della facciata posta sopra le panche di via  è citazione dell'opus reticulatum  romano.

Il Palazzo, rispetto agli altri coevi era leggermente arretrato rispetto alla strada e leggermente più basso rispetto agli altri; la bellezza sta non nella grandiosità ma nella diversità. Di fronte inoltre era stata predisposta la Loggia, ideata dall'Alberti negli stessi anni del Palazzo ; sotto queste arcate si svolgevano feste e banchetti che rendevano partecipi i fiorentini dei lieti eventi della ricca famiglia.

La loggia, la facciata arretrata regalavano alla stretta via un piccolo slargo, quasi una piazza. 
Cinquecento anni dopo un altro grande architetto, Ludwig Mies van der Rohe, utilizzerà i medesimi stratagemmi per il suo Seagram Building a New York ; più arretrato, più basso degli altri grattacieli, spicca per la sua bellezza delle modanature in bronzo delle finestre che lo rendono, al tramonto, prezioso gioiello della grande mela.

                                       Mies van der Rohe ,Seagram Building a New York, 1958

Questa però davvero è altra storia...

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