lunedì 8 settembre 2014

Settecento Un secolo breve 1715 1789 parte seconda La pittura

 Il quadro è un palcoscenico e i personaggi sono gli attori
William Hogarth 


Tutto un secolo in un film, anzi nel film più pittorico che io conosca, Barry Lyndon  ( 1975 ) di Stanley Kubrick! Ovvio che , anche a spizzichi e bocconi (dura più di tre ore) è auspicabile guardarlo!

Dell'architettura già si è detto. Ora tocca alla pittura, anche qui con alcune opere cameo di alcuni artisti di questo secolo.

Si parte! il primo è Giovanni Antonio Canal detto Canaletto  ( nato e morto a Venezia 1697- 1768)
Prima scenografo, poi vedutista;  all'inizio "costretto" in tele dai tagli a effetto e da forti contrasti chiaroscurali. Poi scopre questo oggetto (è proprio il suo, conservato al Museo Correr a Venezia)

E' la camera ottica, antenata della macchina fotografica. Con questa  (al procedimento rimandiamo ad approfondimenti) , i pittori, soprattutto quelli di vedute, riuscivano con la tecnica del ricalco ad ottenere architetture precise che poi assemblavano nei dipinti. Si vedano questi disegni di Canaletto
precisi e puntuali, una pittura "alla ricerca dell'oggettivo, preoccupata solo di mettere in chiaro le strutture e il funzionamento della mente" (è una citazione del vecchio e immarcescibile Argan)
Insomma, intorno agli anni Trenta del Settecento, Canaletto  utilizza colori più caldi e vibranti e contorni più nitidi. Delle sue opere si innamora Joseph Smith, console britannico a Venezia, che portò nella sua patria prima i dipinti, poi lo stesso pittore che soggiornò a Londra dal 1750 al '60.
Devo scegliere SOLO un'opera. Eccola
La visita del Doge alla chiesa di san Rocco ( olio su tela, cm 147,7 x 200), Londra, National Gallery
Probabilmente dipinta nel 1735 , raffigura i cerimoniali rigidi in occasione della festa di san Rocco, il 16 agosto. In questa occasione , sulla facciata della chiesa venivano esposte opere pittoriche che avrebbero potuto dare fama e lustro agli artisti che partecipavano all'evento - oggi ahimè  così lo chiameremmo- .
E' chiaro che qui l'artista , per poter dipingere con tanta cura ogni minimo dettaglio, ha dovuto dilatare lo spazio ; il suo passato di scenografo sicuramente lo ha aiutato.
In questo particolare si noti come ogni dettaglio delle vesti sia studiato.
Il grande paesaggista John Constable, che frequentò a Londra dal 1799 la Royal academy , studiò sì i "classici" paesaggi di Lorrain e Poussin, ma ammirò eccome le vedute di Canaletto.
Ma questa è altra storia.

Altro veneziano, questo invece amato da William Turner è Francesco Guardi (1712-1793)
Proveniente da una famiglia di pittori, anche lui è un paesaggista. Diverso però perché le sue vedute, di certo quelle più famose, sono di fantasia.
Venezia è la protagonista indiscussa delle sue opere : le architetture sembrano perdere consistenza, come corrose da vibrazioni luminose (eccolo qua lo spunto per Turner!)
Francesco Guardi, la chiesa della Salute e la punta della Dogana, (olio su tela, cm 56,5 x 76) , Londra, National Gallery .
Le pennellate sono molto più libere e meno curate, i colori in contrasto tra loro. Insomma preannunciano il romanticismo...

Di Giovanbattista Tiepolo  (Venezia 1692- Madrid 1770) già si è detto nel precedente post.
All'inizio più cupo nei colori, molto "piazzettista" insomma (povero Piazzetta, non c'è spazio per lui, meriterebbe un approfondimento).
Poi, dal 1730 , la gamma cromatica è più tenue. Perché da questa data? Forse perché si svincola da Venezia ed arriva a Milano, città già frizzante. E per le famiglie che contano- leggi gli Archinto, i Dugnani (1732)
Palazzo Dugnani, Affreschi di Tiepolo con allegorie della famiglia
e i Clerici, il pittore decora, insieme ad abili quadraturisti, le dimore
Sala degli specchi di Palazzo Clerici (1740) Sul soffitto affresco di Tiepolo col Carro del Sole
Niente Wurzburg - se ne è parlato precedentemente-
Rapido cenno a Madrid; il pittore, richiestissimo all'estero, approda alla corte spagnola di Carlo III e
dal 1762 al 1766 decora il Palazzo reale. Qui sotto è riportato un particolare dell'affresco raffigurate la Gloria di spagna . 
Le tinte pastello attestano l'adesione al Rococò, la visione scorciata, tipica della pittura veneta manierista, qui è ancor più esasperata e la grazia e la leggiadria sono presenti anche in temi religiosi. C'è la croce dei sovrani cattolici che campeggia in un cielo dalle nuvole vaporose e cangianti, ma la donna  lascia scoperto maliziosamente un seno.

Ultima italiana.
Rosalba Carriera (Venezia 1675-1757)
All'inizio si dedica alla miniatura, attività consona all'universo femminile, poi, grazie allo stesso Joseph Smith del Canaletto, diventa ritrattista. La sua novità? l'uso del pastello, che conferisce leggerezza ed un'impareggiabile finezza di tocco. 
I suoi ritratti divennero così richiesti che la Carriera si vide costretta ad organizzare una vera e propria bottega . Parigi, Modena, Vienna, queste alcune delle tappe della sua carriera.
Quale ritratto scegliere? Quello del delfino di Francia Luigi XV (uno dei primi a posare per lei)  che è il nostro fil rouge per il viaggio nel Settecento
Ritratto di Luigi XV, 1721, Boston, Museum of fine arts

E adesso la Francia con Watteau, Boucher e Fragonard.

Jean Antoine Watteau  (1684- 1721) , pittore dalla tavolozza decisa e limpida, è il creatore di un genere "alla moda" , quello delle feste galanti :  una natura rigogliosa e non  imbrigliata è popolata da uomini e donne in atteggiamenti galanti. Le composizioni sembrano opere teatrali alla ricerca di una dimensione diversa, più intima e staccata dalla realtà ; le atmosfere incantate hanno però un "retogusto" malinconico , subito colto da molti artisti romantici e da un grande fan della pittura di Watteau, Charles Baudelaire.

L'imbarco per Citera, 1717 (olio su tela, c. 129 x 194) , Berlino, Charlottenburg
Nell'isola cara ad Afrodite si vive sospesi nel tempo; le coppie galanti consumano con garbo il loro incontro, mentre vegliano su di loro gli Amorini. Una pennellata fluida e leggera contribuisce a creare - anche grazie al tenue cromatismo- questo "stato di grazia".
  Del 1720 è L'insegna di Gersaint (Berlino, Charlottenburg), opera sui generis, creata per l'amico e mercante Gersaint come insegna per il suo negozio. Le grandi dimensioni ( più di tre metri di lunghezza) , permettono una cura nei dettagli notevole. A destra una donna ed un uomo cercano di vendere oggetti raffinati, a sinistra una possibile acquirente assiste, di spalle , allo svelamento di dipinti imballati. Lo scenario è nuovo: un negozio di oggetti artistici, segno dei tempi cambiati per l'artista, da adesso legato alla figura del mercante d'arte.


Altro protagonista è François Boucher  parigino DOC (1703-1770) che iniziò la sua carriera prima come incisore, poi, dopo un folgorante viaggio in Italia  (fu uno dei primi estimatori di Correggio) , pittore a tempo pieno. Al ritorno a Parigi, divenne il protetto della donna più potente e seducente di Francia dell'epoca, madame de Pompadour, favorita di Luigi XV.
Tanti i ritratti a lei dedicati, ma per me il più sfavillante è quello del 1756, conservato all'Altepinakothek di Monaco .
Ogni dettaglio all'interno dell'opera deve raccontarci lo status della marchesa : l'eleganza raffinata delle vesti, dell'acconciatura curata e riflessa nello specchio, la cultura della donna- il libro tra le mani, gli spartiti musicali a terra, il calamaio che fuoriesce dal mobiletto rocaille in primo piano, il potere  che può essere manifestato (si veda la ceralacca sul tavolino e a fianco il sigillo), il tempo che però inesorabile scorre ( l'orologio e le rose spampanate vicino al cagnolino, stesse rose sull'abito di taffetà verde...), ogni particolare è  una gioia per gli occhi.

L'ultimo francese è Jean Honoré Fragonard (Grasse, 1732- Parigi 1806)
La sua formazione è a Parigi con Chardin, Van Loo e Boucher, il suo salto di qualità- leggasi di cromatismo!- è dopo il viaggio a Roma, vincitore del Prix all'Académie de France, dal 1756 al 1761 e in Olanda, dove scopre la luce di Rembrandt.
Dal 1760 si dedica a scene briose e piccanti per ricchi borghesi e nobili parvenus.
Ecco così L'altalena , 1767, olio su tela, Londra, Collezione Wallace . Il triangolo amoroso è in scena; la giovane donna , spinta sull'altalena dall'anziano e nobile marito, sorride maliziosamente - oh, ha perso una scarpetta!- al giovane  dalle gote accaldate, il cui sguardo punta dritto tra le sottane morbide e fluenti. Sotto il vestito? niente.... La liaison è benedetta dai Cupidi, statuine da giardino.
Esattamente dieci anni dopo Fragonard dipinge un incredibile capolavoro , intimo e nuovo nella resa cromatica , La ragazza che legge del 1776 e oggi alla National Gallery of Art di Washington 
L'assenza di linea di contorno, le  pennellate a piccoli tocchi, le ombre ottenute con tonalità di rosso, fanno di questa opera un punto di partenza per David - E gli impressionisti...

La fine del viaggio è in Inghilterra con   William Hogarth (Londra 1697- 1764), grande incisore ma soprattutto abilissimo  cantore delle vicende contemporanee. La sua vena satirica e moraleggiante - anche questo perfettamente in linea con l'Illuminismo- vive nella serie di dipinti "a tema".  Nel 1732 dipinse sei opere - distrutte purtroppo in un incendio nel 1755- raffiguranti La carriera di una prostituta .  Seguirono La carriera del libertino nel 1733-35 e Il matrimonio alla moda del 1744 ( oggi alla National Gallery di Londra). O ancora Lavoro e neghittosità del 1747 e La campagna elettorale del 1754 . 
Ecco qui sopra riprodotto Il mattino della serie del Matrimonio alla moda. Il giovane nobiluomo, dopo una notte passata infruttuosamente al gioco, giace senza forze e sconsolato sulla rossa poltrona , mentre la moglie - che in in dipinto precedente era ritratta data in sposa dal padre mercante per poter vantare sangue blu nel casata- ha probabilmente passato in altro- più piacevole- modo la nottata. Un maggiordomo esce sulla sinistra del dipinto- dal nostro campo visivo ed alza gli occhi al cielo. I fogli che ha in mano hanno l'aspetto di cambiali ed il palazzo  sul fondo ha avuto giorni migliori... 
Anche Parini , negli stessi anni in altri lidi, mette alla berlina i vizi del giovin signore.
Il mondo sta cambiando, l'Ottantanove non è poi così lontano
Ho aperto con una scena tratta da Barry Lyndon. Chiudo con  immagini rubate letteralmente da Kubrick a Hogarth

Ma su Kubrick, prima regista di fantascienza, poi storico, ci sarebbe tanto altro da dire. Non qui, non ora.

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