sabato 21 settembre 2013

Marat è morto/Marat è vivo

Quante sono le versioni di questo quadro? Ben cinque!
A Bruxelles- quella certa e originale- , a Versailles, al Louvre , a Digione e a Reims.
Piacque così tanto questo dipinto che la Convenzione autorizzò almeno due delle quattro copie.
Ma perché un tale successo?
La Rivoluzione borghese aveva bisogno di un suo eroe; chi meglio del ben impostato David poteva regalare un'operazione di "restiling"?
Sappiamo che monsieur  Marat era goffo e non certo un Adone; sappiamo che era ateo e che dedicava tutta la sua vita  a due passioni: la scrittura e l'ottica (ebbene sì! aveva intrapreso con buoni risultati ,studi di ottica).
Fino a che Charlotte Corday , con un bel coltellaccio da cucina (come è triviale rispetto alla nobile penna al centro dell'opera) aveva posto fine alle sofferenze del giornalista.
Sappiamo anche che Marat e David si conoscevano, si erano incrociati più e più volte e si rispettavano.
Il 13 luglio 1793 (facile data da ricordare, David la pone a intestazione sul foglio sporco di sangue tenuto in mano da Marat!) la notizia dell'attentato fa il giro di Parigi; David accorre ed uno spettacolo "splatter" e abbastanza ridicolo, a ben pensarci, viene radicalmente mutato. Santificato.
Marat, per una malattia della pelle era costretto a lunghi bagni idratanti e ne aveva tale giovamento da approntare il suo studio in una vasca da bagno al centro della stanza.
Addirittura dava udienza in tale condizione, con un asciugamano a mo' di turbante.
Suvvia, ridicolo!
Eppure niente di tutto ciò traspare, anzi, come disse Baudelaire (in "Le Muse classique du Bazar Bonne Nouvelle", Le corsaire Satan, 21 gennaio 1846) qui il rivoluzionario francese è "bello come Apollo e (...) crudele come la Natura, questo quadro ha tutto il profumo dell'Ideale".
Tutto è reale come in un romanzo di Balzac: il semplice scrittoio, il telo rammendato, la scritta dedicatoria del pittore, la vasca e gli oggetti sporchi di sangue, ma..
Ma i modelli sono classici e belli. Dalla "Deposizione" di Caravaggio del 1602/04 che era ai tempi del soggiorno di David a Roma ancora nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella, oggi ai Musei Vaticani

alla Pietà di Michelangelo, a sua volta modello per tanti altri artisti (vedi la scheda su Raffaello)

E così, anche gli oggetti magistralmente tracciati, convogliano la nostra attenzione solo sull'essenziale: il sacrificio di un uomo (che santo NON era) per gli altri (l'assegno pronto per la vedova Corday)



Qui in basso si riporta la versione del Museo di Reims


con una scritta dedicatoria molto più corposa ed esplicativa :"N'ayant pu me corrompre, ils m'ont assassiné"- non avendo potuto comprarmi, mi hanno assassinato.
E poi un'indicazione, una lettura breve e disarmante nella sua bellezza.
Un piccolo capolavoro , ispirato al capolavoro -grande- di David.