giovedì 24 ottobre 2013

L'erotico Bronzino

Agnolo di Cosimo, detto il Bronzino (forse per il colore della sua zazzera) è il manierismo.
Nacque vicino Firenze nel 1503 e qui vi morì nel 1572.
Di umili origini, mostrò grande talento nella pittura, tanto che non ancora quindicenne andò a lavorare nella bottega del "folle" (e grandioso!) Pontormo.
Proprio con lui lavorò alla Cappella Capponi in Santa Felicita a Firenze (mi riprometto, la inserirò...) ; suo è il tondo sulla volta che ritrae san Matteo, sensualissimo e dagli occhi spiritati
E' un santo quello che ci si para davanti agli occhi? oppure un efebo ? E quello che ha in mano è il Vangelo ? Deduciamo che sia una figura sacra per la presenza dell'angelo il cui sguardo sale verso il giovane
Di talento Bronzino ne aveva eccome, così Cosimo I de' Medici lo chiama per la decorazione della Cappella della Duchessa Eleonora di Toledo e il sodalizio artistico con Cosimo sarà segnato.
Qui, siamo negli anni dal 1540 al 46, Bronzino raffigura alle pareti le Storie di Mosè  nelle quali il patriarca biblico, salvatore del suo popolo, viene raffigurato come "prefigurazione" di Cosimo, restauratore dello Stato fiorentino
(veduta zenitale della volta della Cappella di Eleonora di Toledo in Palazzo Vecchio)

Elegante, raffinato, il pittore ormai è l'arma di propaganda del signore di Firenze
Nella sua opera più nota ,l'Allegoria  con Venere, Cupido e il Tempo (1545) oggi alla National Gallery, Bronzino si diverte a elaborare un linguaggio iconografico complesso,

Fu donata da Cosimo al re di Francia Francesco I e al centro una nivea Venere è abbracciata lascivamente da Cupido che poggia le ginocchia su un sontuoso cuscino rosso e che schiaccia col piede destro una colomba bianca , simbolo di un candore represso.
Le altre figure? di difficile interpretazione.
Il putto ridente che sparge petali di rosa è forse la Gioia ; dietro di lei la ragazza con le mani scambiate ha in realtà corpo leonino e di rettile e tiene in mano un dolce favo di miele. E' l'Inganno a cui fan riferimento anche le  maschere ai suoi piedi.
Dalla parte opposta la Disperazione è la anziana che porta le mani ai capelli e sopra di lei una donna coi capelli di tre colori diversi raffigura forse le tre età dell'uomo.
La scena è svelata da Crono, l'aitante anziano che sorregge il velo azzurro e il tempo che scorre è simboleggiato dalla clessidra posta dietro di lui.
Forse è allegoria dell'amore sensuale che è sottomesso all'inganno e che dunque genera disperazione ; il tempo passa su tutto (che aggiusti o lenisca i dolori, è da vedere)
Ma l'ultima opera che voglio mostrare, non tra le più famose, è la Resurrezione della Santissima Annunziata.

Opera del 1557, mostra come anche Bronzino, artista di Maniera, avesse meditato sulla lezione di Raffaello (i rimandi alla Trasfigurazione  di Raffaello del 1518 sono evidenti)
 
Ma soprattutto questa opera (quella di Bronzino intendo) , rimase indelebile nella memoria di Theodore Géricault che la vide nel 1816 a Firenze e che la fece sua due anni dopo nella sua Zattera della Medusa .I corpi riversi per terra  dei poveri naufraghi raffigurati da Géricault sono gli stessi, sensuali, colmi di phatos reso ancor più ridondante dai colori, nell'opera dell'artista italiano