giovedì 27 febbraio 2020

San Vitale di Ravenna , oriente e occidente si incontrano

Poco più di dieci anni per creare questa basilica  che fu consacrata il 17 maggio 548 e dedicata a Vitale, martire del III secolo: un cantiere perfetto !
Intanto la pianta ottagonale  , scelta ardita con qualcosa di antico e qualcosa di nuovo
Pianta di San Vitale di Ravenna 

E' un ottagono preceduto da un nartece (un pronao insomma, in pianta  n°1) che è disassato rispetto alla chiesa vera e propria e che era la parte terminale di un quadriportico oggi non più esistente .
Ma se l'ottagono è di memoria romana , come si può dedurre dalle piante del battistero di san Giovanni in Laterano

o da quella del cosiddetto Tempio di Minerva Medica sempre a Roma
Tempio di Minerva medica a Roma ,  primi decenni del IV secolo d. C.

qui a Ravenna le cose sono un po' diverse...
Lo spazio interno è dilatato grazie alla straordinaria sorpresa che si genera nel fedele a seconda dell'entrata : se entriamo dal portale a nord , davanti a noi abbiamo l'altare e quindi ci sembra di essere in una chiesa con impianto longitudinale.
Se invece si entra dall'altra porta, si è accolti nell'ampio deambulatorio e la percezione dello spazio cambia: siamo in una chiesa ad impianto centrale ! E' come se la chiesa pulsasse e si rivelasse in diverse forme.
L'esterno spoglio, in semplice laterizio, nasconde la grande cupola intradossata e nasconde tutte le ricchezze dei mosaici ; la prima arte cristiana così prevedeva. E' più importante la bellezza interiore -l'anima- di quella esteriore . Il corpo è semplice involucro
  •  Quindi il qualcosa di antico è la scelta della pianta centrale  ( per essere breve, citiamo anche il Pantheon, il Mausoleo di santa Costanza a Roma e la basilica di San Lorenzo a Milano
  • Il qualcosa di nuovo sono le due entrate che cambiano la percezione dello spazio
Negli stessi anni dell'edificazione di san Vitale si ricordi che a Bisanzio (Istambul ) per volere dell'imperatore Giustiniano si costruì Santa Sofia  ( si rimanda a questo blog 27 marzo 2014) che ha tanto in comune con la chiesa ravennate

Cattedrale di Santa Sofia , 532-537 , Istambul
Pianta di Santa Sofia, Istambul
L'interno di san Vitale 
 Qui gli spazi si dilatano , si curvano, si moltiplicano e i due piani- quello a livello del piano di calpestio e il matroneo- costringono lo sguardo verso l'alto, un elevarsi come le preghiere.
Lo slancio verticale è amplificato dalla presenza , sopra le colonne , dei pulvini (dal latino pulvinus, cuscinetto) che sono tronchi di piramide rovesciata ed elemento di raccordo tra colonna ed arcata.
Eccone alcuni, policromi e lavorati come merletti col trapano a mano, tipico della scultura tardo antica .

Nel presbiterio c'è il tesoro più noto di san Vitale

  • Nel catino absidale spicca il mosaico raffigurante Cristo sul globo 


Cristo seduto sul globo, mosaico del catino absidale, metà VI secolo
E' un Cristo imberbe, vestito di porpora e oro (colori imperiali bizantini) ; in testa ha il nimbo e  in mano ha la corona del martirio offerta a san Vitale che la riceve con mani velate, segno di deferenza.
Dalla parete opposta il vescovo Ecclesio, l'iniziatore dei lavori, offre a Cristo il modellino della chiesa stessa.
I due arcangeli Michele e Gabriele accompagnano Gesù.
Lo sfondo ? Ricchissimo oro , che tanto piacerà a Gustav Klimt quando a Ravenna si fermerà nel 1903....

Sulla sommità della volta a crociera spicca l'Agnus Dei, ed è esattamente allo zenit del punto in cui l'ostia è elevata
E poi ci sono loro , Giustiniano e Teodora, imperatore e imperatrice che sponsorizzarono i lavori, che fecero giungere pezzi e maestranze da Bisanzio ma che mai vennero a Ravenna

I due mosaici famosi sono posti uno di fronte all'altro , sulla parete nord e sud del presbiterio e rappresentano la corte imperiale che offre pane e vino a Cristo
Giustiniano I e la sua corte, metà del VI secolo d.C.,pannello
musivo della fascia inferiore sinistra dell'abside di san Vitale

Al centro, più alto di tutti, con un'aureola a coronamento della sua figura, campeggia l'imperatore che ribadisce all'interno di un luogo sacro il suo ruolo politico.
Indossa splendidi gioielli (e le perle raffigurate nel mosaico sono in madreperla) , in mano ha un pane ed è accompagnato alla nostra sinistra dalle guardie del corpo e da due alti dignitari (l'uomo con la barba si dice sia il generale Belisario, poi caduto in disgrazia presso Giustiniano)

Ritratto di Giustiniano
presunto ritratto di Belisario
Alla nostra destra ci sono gli uomini di chiesa; spicca fra tutti il vescovo Massimiano, il vero "padrone " della chiesa, visto che lui ne usufruì .
La scritta posta sopra di lui e il ritratto sicuramente più realistico e meno stereotipato rispetto agli altri, ci fanno presumere che il suo ruolo qui a Ravenna non fosse solo spirituale ma anche politico: in assenza dell'imperatore era lui l'uomo più influente
  • Di fronte ecco Teodora circondata dalle dame di corte e da due inservienti; è nell'atto di portare all'altare il calice  di vino e sul suo mantello sono raffigurati i re magi che portano i doni
  • Il messaggio è chiaro: come i re Magi hanno riconosciuto l'atorità di Cristo, così anche Teodora e il marito faranno
Un'acquasantiera e una tenda scostata cercano di dare profondità ad una scena bidimensionale ( i personaggi si pestano i piedi) , gerarchica e ricchissima
Teodora e la sua corte, metà del VI sec. d.C., mosaico della fascia
inferiore destra dell'abside, san Vitale
Ritratto di Teodora
Se nell'arte tardoantica (vedi i rilievi costantiniani dell'arco medesimo) la bidimensionalità e lo schema paratattico erano tipici dell'arte plebea, qui una diversa sensibilità  culturale , legata all'oriente, impone modelli gerarchici, atemporali aulici che dureranno secoli e secoli.

Aspettando i cieli azzurri di Giotto....