mercoledì 20 febbraio 2019

Ave Maria a Tahiti


E'  il 1891
L'inquieto Gauguin è a Mataiea, piccolo comune dell'isola di Tahiti , lontano, lontanissimo da Parigi.
Si era lasciato alle spalle problemi familiari, economici e relazionali.
La pittura, sua grande passione, stentava a decollare e trovare acquirenti era difficile, pressoché impossibile.
Due anni prima Paul Gauguin aveva visitato l' Expo parigino ed era rimasto affascinato dal Padiglione coloniale ; aveva acquistato delle cartoline colorate - alcune ritrovate tra le sue carte, che riproducevano danzatrici giavanesi.
Cartolina illustrata per l'Expo di Parigi 1889
danzatrici giavanesi nei loro costumi
Forse fu questo lo stimolo alla ricerca di un luogo incontaminato , dove poter ricominciare e per l'ennesima volta rimettersi in gioco
Del resto contare i viaggi di Gauguin richiede tempo e c'è da confondersi, visto che già all'età di un anno il bimbetto era imbarcato con tutta la famiglia verso  il Perù, paese di origine della mamma

Paul Gauguin, La madre, 1890-93, Olio su tela, cm. 41 x 33, Stoccarda, Staatsgalerie
(ritratto dipinto postumo, par coeur, col ricordo di una mamma ragazzina)

Proprio a Mataiea Gauguin dipinge Ia orana Maria  (Ave Maria), opera nella quale si mescolano temi cristiani , misticismo e spiritualità delle popolazioni locali in un sincretismo religioso  che permette al pittore di mescolare fonti iconografiche tra le più varie (cristiane, indù, precolombiane, oceaniche)
Paul Gauguin, Ia orana Maria, 1891, olio su tela. cm 113,7 x 87,6  
New York, Metropolitan Museum of Art

In una lettera all'amico pittore Daniel de Monfreid dell' 11 marzo 1892 ; Paul descrive così il dipinto : " Ho dipinto una tela con un angelo dalle ali gialle che rivela Maria e Gesù, entrambi tahitiani, a due donne tahitiane nude e vestite solo con un pareo, un telo di cotone a fiori stampati che si cinge intorno alla vita, molto cupo. Montagne sullo sfondo e alberi in fiore. Un sentiero viola e in primo piano verde smeraldo. A sinistra delle banane. Ne sono alquanto soddisfatto."


Paul Gauguin ;Lettera a D. de Monfreid, 11 marzo 1892,
catalogo Sotheby New York, 11 dicembre 2007

Come si vede, la lettera è accompagnata da un disegno che probabilmente avrebbe potuto essere d'aiuto per un'eventuale vendita dell'opera.
Il senso di pace e compiutezza  che emana il dipinto è certamente raggiunto grazie all'uso di colori sapientemente dosati tra caldi e freddi ; in primo piano una natura morta esotica "alla Cézanne", sembra posizionata proprio in posizione preminente quasi a simboleggiare un'offerta votiva alle due figure sacre, che riconosciamo come tali per la presenza delle sottili aureole.
La frutta in primo piano è volumetrica e spaziale, grazie alla giustapposizione dei colori; tutto ciò che è dietro invece vede la stesura cromatica per ampie e piatte campiture ( e Matisse ringrazierà..)
L'angelo è seminascosto dai rami di un albero in fiore e ci volge le spalle , china leggermente il capo ambrato e adornato di lunghi capelli.
In una mano tiene una palma , chiaro simbolo del futuro martirio di Cristo e le due donne compiono un gesto che è sia di preghiera ma soprattutto di benvenuto : questo il tipico saluto tahitiano

Proprio queste due figure sono riprese  da un bassorilievo di un tempio giavanese di Borobudur . Gauguin aveva acquistato alcune foto di questo tempio sempre all'Esposizione Universale del 1889 e
 gelosamente le aveva conservate (sono le due figure in alto a sinistra che salutano Siddharta al centro)
Rilievo dal tempio di Borobudur, Java,foto dalla collezione di
Paul Gauguin, Museo di Tahiti e delle Isole/ Te Fare
Manaha , Tahiti
Questa mescolanza di riti del resto Gauguin la aveva già sperimentata nella fase di Pont Aven; per esempio nella Visione dopo il sermone (un rosso così neanche Matisse lo raggiungerà!) convivono elementi bretoni, giapponesi, popolari.
Paul Gauguin, La visione dopo il sermone, Olio su tela, 1888,
cm. 73 x 92, Edimburgo , National Gallery of Scotland

L'essere primitivi, il mito del "buon selvaggio" è nella natura dell'uomo che ha perso, a causa dell'industrializzazione, la semplicità. E la forza della fede si rivela  per Gauguin in luoghi puri e incontaminati, dalla Bretagna alla Polinesia:tutte le religioni derivavano e si erano sviluppate da un unico mito originario.

E per rendere l'idea di calma e pace, anche la stesura cromatica è funzionale a questo ; forse in quest'opera degli esordi tahitiani, il pittore , riappacificato col mondo (che importa se durerà poco) riesce a dare un senso di grazia anche con una pennellata omogenea, elegante, pulita.
E i volti di un Gesù grandicello e della madre bellissima , sorridente con una punta di malinconia, sono tra le maternità più poetiche della nostra arte 

Al pari della Madonna del solletico di Masaccio
Masaccio, Madonna del solletico, 1426,tempera su tavola, c.24,5 x 18,2, Firenze, Uffizi

Non male per un primitivo...

mercoledì 6 febbraio 2019

Scienza ed arte "Un esperimento su un pappagallo in una pompa pneumatica" di Wright of Derby

Joseph Wright of Derby, Un esperimento su un uccello in una pompa ad aria,1768
olio su tela, cm. 183 x 244, Londra National Gallery

Derby, cittadina nel cuore dell'Inghilterra
Nel 1717 qui ebbe vita il primo setificio della nazione e nel 1755 si sviluppò la fiorente industria della porcellana
Insomma, siamo nel pieno della Rivoluzione Industriale, nell'età dei lumi e della scienza e qualche anno prima , proprio in Inghilterra grazie all'astronomo Edmond Halley si può dire che nacque la comunità scientifica internazionale

Ci sono tutti i presupposti per la pittura  di Joseph Wright of Derby

Due parole su di lui
Figlio di un avvocato di Derby; Joseph nasce nel 1734 ; dal 1751 al 1753 e poi negli anni 1756 e 57 frequenta lo studio del ritrattista Thomas Hudson , maestro del ben più celebre Joshua Reynolds.
Poi torna a Derby e da qui, a parte brevi viaggi nella capitale, non si muove.

Frequenta il poeta e naturalista Erasmus Darwin (il nonno di Charles !) ,il ceramista e imprenditore  Wegwood ( l'altro nonno materno di Darwin), i re del cotone Arkwright, Strutt e Crompton, bazzica la Lunar Society ...

Scatta in lui  la scintilla della scienza
Ecco  il primo pittore professionista che esprime direttamente lo spirito della Rivoluzione Industriale
 A dire il vero Wright of Derby non era solo il pittore degli scienziati
 Lui stesso possiamo dire fosse un fisico, preoccupato del problema della luce.
Le sue prime opere erano costruite nello studio pittorico illuminato dalla luce del giorno con i soggetti che posavano in una stanza attigua oscurata .
Poi inventò un sistema di paraventi che sistemava in modo da studiare da punti luce differenti gli oggetti e i modelli.
Certo i suoi modelli erano i pittori a lume di candela, da Caravaggio a George de La Tour da Gherardo delle notti a Gotfrid Schalcken. Quest'ultimo soprattutto era venuto due volte in Inghilterra ed era entrato nelle grazie di re Guglielmo III
Gotfrid Schalcken, Giovinetto che soffia su un tizzone a lume di candela
olio su tela, 1692-98, Edimburgo, Scottish National Gallery

 E Wright of Derby aveva mostrato tutta la sua bravura nel replicare la pittura a lume di candela nell'opera qui sotto raffigurata 
J. Wright of Derby, Tre persone ammirano il Gladiatore a lume di candela,
1865, olio su tela, collezione privata
e qui la luce serve a definire ancora di più le forme della piccola scultura, a modellarne le forme. 
Insomma , è luce legata all'arte 
Ma poi....

1766
Wright espone alla Society of Artists un'opera ardita e nuova
Joseph Wright of Derby, Un filosofo tiene una lezione sul planetario, 
1766, olio su tela,cm.147 x 203, Derby Museum
Il personaggio al centro, vestito di rosso è  l'ammiraglio Washington Shirley, astronomo dilettante, (che comprò l'opera) ; egli, coadiuvato dall'amico Peter Perez Bourdet , mostra ai presenti il cammino del sole, qui rappresentato da una lampada della quale si intravede il bagliore dietro il ragazzo posto di spalle.
Una ragazzina indica Saturno e l'ombra della Luna che si riflette sulla sua superficie. Un'eclissi !
 La pittura a lume di candela qui non serve a creare giochi di luce suggestivi e simbolici ma a dimostrare teorie scientifiche 
 Se osserviamo con più curiosità i volti illuminati dei personaggi attorno al planetario, essi corrispondono alle fasi lunari: luna piena la bimba al centro, luna nuova il ragazzo di spalle e poi luna nascente (il giovane a sinistra) e calante (l'uomo maturo a destra)
Geniale!

1768. E' l'anno del nostro quadro, esposto anch'esso alla Society of  Artists
Rieccolo

Tutto è già raccontato nel titolo che ha sin da subito una funzione didascalica
Il personaggio al centro , ha inserito in una pompa ad aria un pappagallo e a poco a poco, girando la manovella, sta togliendo aria all'animale che morirà soffocato

Intorno ad un tavolo rotondo diverse persone assistono all'esperimento : ci sono due ragazzine e il loro padre  ed esse reagiscono in modo diverso.
La più piccola è insieme incuriosita e spaventata ed è come se si chiedesse  "guardo o non guardo?"
La più grande nasconde il volto tra le spalle del padre che però spinge la figlia ad osservare quanto sta accadendo.


E' un cattivo padre? No. Solo un padre curioso e pronto a mostrare quello che accade in natura, un po' come noi che di fronte a un documentario della National Geographic osserviamo tra l'orrore e lo stupore un leone che azzanna una preda

Alla sinistra dello scienziato due giovani sono in tutt'altre faccende affaccendati ; l'esperimento è solo una scusa meravigliosa per potersi guardare negli occhi e flirtare ; quello che sta succedendo a loro è molto più importante di ciò che sta accadendo al malcapitato uccello !

Poco più in basso, un ragazzino osserva attentamente ciò che sta accadendo ; la sua curiosità farà di lui uno scienziato?
Vicino a lui è raffigurato un altro uomo che cronometra la durata dell'esperimento. Quanto tempo manca alla fine ?
Dalla parte opposta un gentiluomo  è assorto in pensieri ; gli occhiali in mano, lo sguardo basso... E' come se si chiedesse non cosa accade all'uccello ma quale potrebbe essere il senso della vita e della morte

E poi vicino all'uomo assorto nei pensieri c'è un giovane che sta smuovendo la tenda e ci mostra la luna che fa capolino , chiaro riferimento all'esclusivo  club , la Lunar Society , fondato nel 1765 e di cui facevano parte diversi conoscenti e committenti del pittore , come Mathew Boulton , Thomas Day, Erasmus Darwin ; James Watt e  Josiah Wedgwood.

I membri si riunivano una volta al mese, in concomitanza della luna piena e si scambiavano opinioni, consigli e discutevano di novità legate all'industrializzazione.
Il personaggio assorto potrebbe essere Erasmus Darwin, il filosofo al centro Thomas Day
Molti di loro erano imprenditori del resto


Sul tavolo campeggia uno stano vaso con all'interno un oggetto .
Cosa sia non si sa
Qualcuno dice un teschio , qualcun altro un memento mori  (tanti i dipinti di
questo periodo con nature morte) o ancora un qualcosa legato a un esperimento alchemico.
Poi sono presenti altri oggetti, come la piccola sfera di Magdeburgo, antenata della pompa ad aria qui riprodotta

E sul tavolo rotondo, che allude chissà alle fasi lunari, si specchiano meravigliosamente - ecco il tocco dell'artista e NON solo dello scienziato - le vesti delle due ragazzine

Ma il centro del quadro è vuoto ed è come se il pittore ci invitasse a prendere parte all'esperimento
Ed è come se ci ponesse di fronte a un dilemma...
Quali saranno le nostre reazioni ?
Prevarrà la curiosità? L'orrore? l'indifferenza?
Siamo sicuri che qui si alluda solo ad un esperimento ?
Forse si allude al senso della vita e al nostro modo di reagire alla stessa