lunedì 16 settembre 2013

Il trasporto del corpo di Cristo di Raffaello: ovvero come prendo spunto da altro

"Io non creo, trovo" , diceva quel gran genio di Picasso.
E quel gran genio di Raffaello (come tanti altri, del resto) sapeva farlo, e bene!
Come? Dove? Vediamo

Siamo nel 1505, al giovane astro nascente della pittura ,l'inconsolabile Atalanta Baglioni, madre di Grifonetto morto in "faide paesane" (siamo a Perugia) nel 1500, chiede un'opera , una pala d'altare ora smembrata, un tempo nella chiesa perugina di san Francesco al Prato, che la consoli per il suo grande dolore e che crei dunque un parallelismo tra lo strazio della Madonna e il suo strazio - una sorta di passio/compassio.

Raffaello ci pensa e a lungo (Per inciso, farà bene, perché dopo questo capolavoro lavorerà per Giulio II  nelle Stanze Vaticane.
Tantissimi i disegni, tante le opere già esistenti.
Andiamo con ordine!
  • esisteva un sarcofago del III sec. dopo Cristo, raffigurante la morte di Meleagro, menzionato da Alberti, oggi ai Musei Capitolini (e "avido" di Antico come era Raffaello, l'aveva visto eccome)
  • Michelangelo qualche anno prima aveva mostrato agli artisti come potesse rappresentarsi in modo diverso il tema della  Pietà , come una madre che sorregge il proprio figlioletto addormentato ( quanto è giovane Matia, rispetto a Cristo)
Ed è evidente come la posizione del corpo di Cristo sia più che simile, uguale!
Ma ancora: il maestro di Raffaello , quel diligente e impostato Perugino, aveva già trattato il tema del compianto  nell'opera , oggi conservata a Palazzo Pitti, e datata 1495:

Anche qui è evidente il desiderio di Raffaello di "omaggiare" il suo maestro, ma anche di superarlo

  • E dobbiamo dimenticare la "Cappellina dei corpi santi" (1502) all'interno della Cappella di san Brizio nel Duomo di Orvieto, con affreschi memorabili di Signorelli ?( Quanto fu importante per Michelangelo e le sue figure statuarie della volta della Sistina, questa palestra di corpi nudi! Ma questa è un'altra storia)
Si noti il monocromo  riprodotto in secondo piano a sinistra, speculare alla tragedia in primo piano
Ma Raffaello , contento non era. E' come se avesse davanti a sé un repertorio di immagini mirabili ma il tema non lo convincesse. Questo turbamento lo si evince dai tantissimi disegni preparatori
Uno come questo
, disegno del 1505 a penna e inchiostro e conservato al Gabinetto dei disegni del Louvre, ci fa capire come qui Raffaello sia ancora legato al Perugino.
Non va bene, ci ripensa , e allora
il corpo di Cristo è sollevato e già al centro i personaggi si chinano, per far sì che il nostro sguardo sia concentrato su di lui, Cristo/Grifonetto. E' un disegno a penna  del 1506/7, conservato al British Museum.
L'idea prende forma, bisogna concentrarsi sulle donne e sul dolore straziante di Maria che sviene , sorretta dalle pie donne.
In questo disegno

sempre del British, sempre del 1507, Raffaello ci stupisce ancora. Il movimento rilasciato di Maria lo immagina disegnando lo scheletro!
E il volto girato di tre quarti della donna in alto a sinistra preannuncia la figura del definitivo della donna che sorregge Maria. E anche qui la fonte è Michelangelo e il suo Tondo Doni del 1504
Ormai il capolavoro è creato.
Ormai Raffaello, consapevole dei suoi talenti, firma e data -1507- in basso a sinistra , l'opera.
E il paesaggio, quieto e perfetto, segue l'andamento delle figure. La natura buona è per gli uomini buoni, Atalanta forse avrebbe reso meno duro il suo dolore grazie alle morbide forme del giovane pittore.
A cosa serve l'arte? A consolare