"Homo raro, ingegno sublime"
Urbano VIII così dice di Bernini
Il più grande mecenate di Gian Lorenzo Bernini, Maffeo Barberini, papa dal 1623 al 1644 col nome di Urbano VIII, pretese una tomba monumentale e per essere sicuro del risultato, la volle vedere lui ancora in vita.Mister Bernini e la sua bottega, lavorarono alla tomba dal 1627 al 1647
Il risultato visivo oggi è ingeneroso nei confronti del lavoro dell'artista. La tomba si trova nella nicchia che si apre nella tribuna di San Pietro, a destra della cattedra del santo, in una zona oggi non accessibile ai visitatori.
Ciò nonostante, l'uso di marmi policromi, di materiali diversi come bronzo dorato e legno, di statue mastodontiche, enfatizza il barocco berniniano.
La struttura piramidale è sicuramente mediata dalle tombe medicee di Michelangelo, come le due volute sul sarcofago stesso sono identiche a quelle su cui Crepuscolo e Aurora, Giorno e Notte, scivolano via (tempus fugit..) nelle tombe di Firenze
Michelangelo, Tomba di Giuliano duca di Nemours, 1520-1534, marmo, Firenze, san Lorenzo ,Sagrestia Nuova.
(sul sarcofago la Notte e il Giorno, col volto non finito)
Michelangelo, Tomba di Lorenzo, duca di Urbino, 1520-1534, marmo, Firenze, san Lorenzo, Sagrestia Nuova
(sul sarcofago le raffigurazioni di Crepuscolo e Aurora)
A fianco del sarcofago si trovano la personificazione della Carità a sinistra, attorniata da due putti e con atteggiamento sereno e materno, e della Giustizia a destra, con gli occhi rivolti al cielo e lo sguardo malinconico, accentuato dal viso appoggiato alla mano. La Giustizia inoltre ha l'elsa decorata della spada col tipico morivo delle api laboriose, presenti nello stemma araldico della famiglia Barberini .
Entrambe le statue sono in marmo di Carrara.
Sopra la tomba, la Morte velata, in bronzo impreziosito dalle dorature, sta terminando di scrivere l'epitaffio "Urbanus VIII Barberinus Pont.Max."
L'epitaffio è incompleto, visto che il Papa era ancora in vita all'inizio dei lavori (forse era scaramantico?) ed inoltre questa rappresentazione dava maggior dinamismo all'opera.
In alto, alla sommità della piramide, campeggia maestosa la scultura bronzea del Papa: lo sguardo è fiero e severo.
Fin dall'inizio Urbano e Bernini decisero di sistemare il monumento à pendant della tomba di papa Paolo III Fernese (quello del Concilio di Trento, per intenderci...), che venne dunque spostata nella Tribuna: non si pensava dunque nei termini di un singolo movimento, ma di due tombe accoppiate, proprio come quelle di Michelangelo nella Sagrestia Nuova fiorentina.
Chiaro era dunque questo parallelismo col grande Michelangelo.
Sul fatto che questo monumento divenisse punto di riferimento per Canova è lì da vedere. Quante assonanze tra questa opera e le tombe per papa Clemente XIV?
Antonio Canova, Monumento a Clemente XIV, Basilica dei santissimi Apostoli, Roma, 1783-87
e quella per Clemente XIII
A.Canova, Monumento a Clemente XIII, Roma San Pietro, 1787-1792