lunedì 30 settembre 2013

Michelangelo è scultore anche quando è dipintore

Fine 1503, Firenze
Il ricco mercante Agnolo Doni sposa Maddalena Strozzi, (e pure lei bella ricca era!).
Come fare a mostrare la ricchezza della casata ? Si chiedono all'amico Michelangelo e al giovane astro nascente della pittura Raffaello tre opere : una Sacra Famiglia e due ritratti.
E grazie a messer Doni oggi godiamo di tre meraviglie!
  • Intanto il Tondo Doni. Si stava formando una famiglia e avrebbe vissuto a esempio di quella sacra
Michelangelo ci lavora dal 1506, decide per la tecnica della tempera (vedremo perchè) , decide di inserire anche san Giovannino e dietro gli ignudi
La cornice è dello stesso Michelangelo e le mezzelune presenti alludono a quelle dello stemma Strozzi.
Perchè questa forma? nella tradizione fiorentina sul letto nuziale era uso inserire l'immagine sacra , propiziatoria per tanti bei figlioli (meglio maschi) . Le donne , che partorivano in casa, scodellavano il neonato in una bacinella di forma tonda , in cui poi il bebè sarebbe stato lavato . Era il "desco da parto"
Ed eccolo qui dunque riproposto nella forma.
Del resto qualche decennio prima anche Filippo Lippi aveva usato stessa forma per la sua Madonna col bambino e sullo sfondo, in una casa quattrocentesca, sant'Anna aveva partorito Maria
E così Luca Signorelli, fonte importantissima per Michelangelo, aveva dipinto nel 1503
un'altra Madonna con ignudi sul fondo.
Qui Michelangelo gioca anche con le pose scelte per le figure, allusive del cognome della casata. Come Agnolo Doni avrebbe donato il dipinto alla moglie , così Maddalena , avrebbe dato un erede alla casata. Il gesto di Maria che passa il bambino a Giuseppe, probabilmente allude a questo e gli attributi sessuali del bimbo ben in evidenza sono un augurio di figli maschi alla famiglia (nascerà nel 1508 una bimba, Margherita...).
La posa di Maria stessa, così contorta e involuta, a Z , aprirà la strada al Manierismo: In sostanza, senza questa opera, le torsioni di Pontormo, Andrea del Sarto o Rosso Fiorentino, non sono pensabili.
Pontormo, Deposizione di santa Felicita
Due parole sulla muscolatura: per Michelangelo la bellezza era quella virile. E così Maria viene raffigurata con i muscoli mascolini in tensione, resi ancora più evidenti da un chiaroscuro accentuato dalla tecnica- dura - della tempera. Michelangelo ragiona da sculture anche quando dipinge, e il panneggio così calcato e contrastato non conosce sfumature ma contrasti netti
Dal rosso al rosa si passa senza altri toni e così dal giallo all'arancione!
( e si veda come anche questo venne copiato da Pontormo , per esempio)
E gli ignudi in fondo? E san Giovannino?
Qui siamo nelle scelte iconografiche. Michelangelo ci fa capire come l'umanità prima della legge di Cristo sia senza conoscenza, nuda. Giovannino, colui che battezza, fa da tramite tra noi peccatori e Cristo senza peccato. il Paesaggio ? ininfluente, un di più che avrebbe distolto la nostra attenzione dalla sacra famiglia. E così è appena accennato (e così poi Michelangelo farà nella volta della Sistina...)
Mirabile!
Racconta Vasari che Agnolo Doni si lamentò del prezzo -70 scudi-  richiesto da Michelangelo per quest'opera e che l'artista stesso, pessimo carattere, avesse raddoppiato la cifra. Al di là della storiella, messer Doni , qui ritratto da Raffaello nel 1508

insieme alla moglie , una leonardesca Maddalena Strozzi ( che copione , Raffaello!)
ci ha "donato" tre meraviglie! I fiorentini, brava gente!

mercoledì 25 settembre 2013

Bernini e il monumento funebre a papa Urbano VIII

"Homo raro, ingegno sublime"
Urbano VIII così dice di Bernini
Il più grande mecenate di Gian Lorenzo Bernini, Maffeo Barberini, papa dal 1623 al 1644 col nome di Urbano VIII, pretese una tomba monumentale e per essere sicuro del risultato, la volle vedere lui ancora in vita.
Mister Bernini e la sua bottega, lavorarono alla tomba dal 1627 al 1647
Il risultato visivo oggi è ingeneroso nei confronti del lavoro dell'artista. La tomba si trova nella nicchia che si apre nella tribuna di San Pietro, a destra della cattedra del santo, in una zona oggi non accessibile ai visitatori.
Ciò nonostante, l'uso di marmi policromi, di materiali diversi come bronzo dorato e legno, di statue mastodontiche, enfatizza il barocco berniniano.
La struttura piramidale è sicuramente mediata dalle tombe medicee di Michelangelo, come le due volute sul sarcofago stesso sono identiche a quelle su cui Crepuscolo e Aurora, Giorno e Notte, scivolano via (tempus fugit..) nelle tombe di Firenze
Michelangelo, Tomba di Giuliano duca di Nemours, 1520-1534, marmo, Firenze, san Lorenzo ,Sagrestia Nuova.
(sul sarcofago la Notte e il Giorno, col volto non finito)
Michelangelo, Tomba di Lorenzo, duca di Urbino, 1520-1534, marmo, Firenze, san Lorenzo, Sagrestia Nuova
(sul sarcofago le raffigurazioni di Crepuscolo e Aurora)
A fianco del sarcofago si trovano la personificazione della Carità a sinistra, attorniata da due putti e con atteggiamento sereno e materno, e della Giustizia a destra, con gli occhi rivolti al cielo e lo sguardo malinconico, accentuato dal viso appoggiato alla mano. La Giustizia inoltre ha l'elsa decorata della spada col tipico morivo delle api laboriose, presenti nello stemma araldico della famiglia Barberini .

Entrambe le statue sono in marmo di Carrara.
Sopra la tomba, la Morte velata, in bronzo impreziosito dalle dorature, sta terminando di scrivere l'epitaffio "Urbanus VIII Barberinus Pont.Max."
L'epitaffio è incompleto, visto che il Papa era ancora in vita all'inizio dei lavori (forse era scaramantico?) ed inoltre questa rappresentazione dava maggior dinamismo all'opera.
In alto, alla sommità della piramide, campeggia maestosa la scultura bronzea del Papa: lo sguardo è fiero e severo.

Fin dall'inizio Urbano e Bernini decisero di sistemare il monumento à pendant della tomba di papa Paolo III Fernese (quello del Concilio di Trento, per intenderci...), che venne dunque spostata nella Tribuna: non si pensava dunque nei termini di un singolo movimento, ma di due tombe accoppiate, proprio come quelle di Michelangelo nella Sagrestia Nuova fiorentina.
Chiaro era dunque questo parallelismo col grande Michelangelo.
Sul fatto che questo monumento divenisse punto di riferimento per Canova è lì da vedere. Quante assonanze tra questa opera e le tombe per papa Clemente XIV?
Antonio Canova, Monumento a Clemente XIV, Basilica dei santissimi Apostoli, Roma, 1783-87
e quella per Clemente XIII
A.Canova, Monumento a Clemente XIII, Roma San Pietro, 1787-1792

sabato 21 settembre 2013

Marat è morto/Marat è vivo

Quante sono le versioni di questo quadro? Ben cinque!
A Bruxelles- quella certa e originale- , a Versailles, al Louvre , a Digione e a Reims.
Piacque così tanto questo dipinto che la Convenzione autorizzò almeno due delle quattro copie.
Ma perché un tale successo?
La Rivoluzione borghese aveva bisogno di un suo eroe; chi meglio del ben impostato David poteva regalare un'operazione di "restiling"?
Sappiamo che monsieur  Marat era goffo e non certo un Adone; sappiamo che era ateo e che dedicava tutta la sua vita  a due passioni: la scrittura e l'ottica (ebbene sì! aveva intrapreso con buoni risultati ,studi di ottica).
Fino a che Charlotte Corday , con un bel coltellaccio da cucina (come è triviale rispetto alla nobile penna al centro dell'opera) aveva posto fine alle sofferenze del giornalista.
Sappiamo anche che Marat e David si conoscevano, si erano incrociati più e più volte e si rispettavano.
Il 13 luglio 1793 (facile data da ricordare, David la pone a intestazione sul foglio sporco di sangue tenuto in mano da Marat!) la notizia dell'attentato fa il giro di Parigi; David accorre ed uno spettacolo "splatter" e abbastanza ridicolo, a ben pensarci, viene radicalmente mutato. Santificato.
Marat, per una malattia della pelle era costretto a lunghi bagni idratanti e ne aveva tale giovamento da approntare il suo studio in una vasca da bagno al centro della stanza.
Addirittura dava udienza in tale condizione, con un asciugamano a mo' di turbante.
Suvvia, ridicolo!
Eppure niente di tutto ciò traspare, anzi, come disse Baudelaire (in "Le Muse classique du Bazar Bonne Nouvelle", Le corsaire Satan, 21 gennaio 1846) qui il rivoluzionario francese è "bello come Apollo e (...) crudele come la Natura, questo quadro ha tutto il profumo dell'Ideale".
Tutto è reale come in un romanzo di Balzac: il semplice scrittoio, il telo rammendato, la scritta dedicatoria del pittore, la vasca e gli oggetti sporchi di sangue, ma..
Ma i modelli sono classici e belli. Dalla "Deposizione" di Caravaggio del 1602/04 che era ai tempi del soggiorno di David a Roma ancora nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella, oggi ai Musei Vaticani

alla Pietà di Michelangelo, a sua volta modello per tanti altri artisti (vedi la scheda su Raffaello)

E così, anche gli oggetti magistralmente tracciati, convogliano la nostra attenzione solo sull'essenziale: il sacrificio di un uomo (che santo NON era) per gli altri (l'assegno pronto per la vedova Corday)



Qui in basso si riporta la versione del Museo di Reims


con una scritta dedicatoria molto più corposa ed esplicativa :"N'ayant pu me corrompre, ils m'ont assassiné"- non avendo potuto comprarmi, mi hanno assassinato.
E poi un'indicazione, una lettura breve e disarmante nella sua bellezza.
Un piccolo capolavoro , ispirato al capolavoro -grande- di David.

venerdì 20 settembre 2013

Appunti minoici

Creta, crocevia tra Grecia , Asia ed Egitto

La configurazione di Creta, a occidente montuosa con la fertile pianura della Messarà digradante sul mar libico, chiusa dal massiccio del Monte Ida, con le montagne dei Lassithi ad est, offre panorami diversi che si riflettono sull'arte
Quando nacque la civiltà cretese?
  • fiorì il Neolitico (vedi resti a Cnossos e Festos)
  • Poi il periodo del Bronzo
  • infine Arthur Evans, il vero iniziatore degli studi archeologici a Creta a inizio Novecento, fissò una cronologia che consiste in
  • Minoico antico (2800-2200 a.C.) Prepalaziale
         Nel M.A. le ceramiche sono semplici, traslucide, con sottili decorazioni incise, via via più complesse grazie anche all'influsso egizio e cicladico (vedi gli idoli stilizzati, i motivi geometrici e vegetali)
Le case del M.A. sono semplici vani . ma le tombe assumono nella Creta sud grandiose forme a tholos con muro in pietra circolare su cui si imposta una falsa cupola (con lastre sovrapposte aggettanti)

Minoico medio (2200 1550 a.C.)
Alto livello architettonico, grazie alla progredita organizzazione sociale, politica ed economica. Si creano grandi palazzi (leggi Festos)
Come erano strutturati?
1) Su un pianoro con varie terrazze
2) Erano in asse
3) Con cortile centrale ampio, porticato attorno a cui si disponevano i vani
4) Cortile esterno con ampia scalinata(Cfr. Festos) per gli spettatori di cerimonie pubbliche
5) Quartieri organizzati e caratterizzati da magazzini con phytoi (orci)
6) Corridoi piegati ad angolo retto
7) Vani con pilastro centrale
8) profilo dentato delle facciate esterne
 
Il pilastro è in pietra, la colonna in legno con capitello a toro rigonfio ed abaco, fusto rastremato verso il basso, poggiante su una base di pietra a disco
Anche la ceramica del M.M permette di seguire l'evoluzione del gusto decorativo. Ora i colori sono vivaci, gialli, rossi, arancioni, bruni, detti nello "stile di Kamares" dalla grotta dell'Ida dove si trovarono i primi esempi
  • Forme fantasiose, motivi geometrici, curvilinei, floreali
  • A volte, alla decorazione pittorica si unisce quella plastica a superficie granulosa, ottenuta con spruzzi di argilla fresca (a la barbotine) con motivi , naturalistici -fiori, conchiglie- a rilievo.
  • Sempre nel M.M. si sviluppa a Cnossos una decorazione bianca su fondo bruno, più aderente alla Natura.
  • Di questo periodo sono le piccole sculture, che sviluppano caratteristiche "standard" : uomo nudo con perizoma ai fianchi, donna con vitino di vespa, corpetto aperto e aderente, gonna scampanata. Il volto è accennato, non è la parte più importante.
Statuetta di avorio raffigurante l'atleta che salta sul toro

Sempre nel M.M.raffinata oreficeria (cfr da Mallia il pendaglio con le api affrontate)

 
Dopo la catastrofe dovuta ai terremoti (1600 a.C. ) si ha la ricostruzione dei palazzi.
Cnossos diventa il centro più importante dell'isola
Qui il suo palazzo
 
 Sembra un labirinto, in realtà l'analisi dimostra una funzionale distribuzione dei vari quartieri: quelli domestici nella corte e nei lati più favorevolmente esposti, i magazzini allineati lungo il perimetro con corridoi indipendenti, le officine e i servizi in posizioni periferiche e più appartate, gli ingressi monumentali.
 
La città vera e propria, stendentesi attorno ai palazzi, non aveva fortificazioni e aveva un impianto urbanistico con strette viuzze sulla collina e strade larghe verso il mare.
 
Minoico tardo (1550- 1100 a.C.)
Fase di splendore e poi di declino
La ceramica, per esempio ha vernice bruna su fondo chiaro (vedi la brocchetta di Gurnià del 1450 ca.)
 
e i rhyta sono sferici, poliformi, conici. I motivi, pressoché naturalistici (polipi, stelle marine, argonauti, conchiglie, alghe)
Naturalismo e splendore sono attestati anche dai resti delle pitture parietali
 

 
    Qui riprodotti due esempi di pittura a Cnossos, il primo raffigurante una scimmia tra un campo di crochi, il secondo il celebre "principe dei gigli"
    Chiari i modelli egizi, ma la "marcia in più" è il naturalismo "dinamico".

    La pittura parietale predilige teorie di figure in composizioni paratattiche processionali e se il Principe  deiGigli sta all'inizio della paretee conserva un gusto naturalistico, gli affreschi del Corridoio delle Processioni,il Portatore di rhyton o la "Parigina" assumono uno stile aulico e cerimoniale che culmina nei dipinti della sala del trono.

    Sui restauri... discorso a parte!


lunedì 16 settembre 2013

Il trasporto del corpo di Cristo di Raffaello: ovvero come prendo spunto da altro

"Io non creo, trovo" , diceva quel gran genio di Picasso.
E quel gran genio di Raffaello (come tanti altri, del resto) sapeva farlo, e bene!
Come? Dove? Vediamo

Siamo nel 1505, al giovane astro nascente della pittura ,l'inconsolabile Atalanta Baglioni, madre di Grifonetto morto in "faide paesane" (siamo a Perugia) nel 1500, chiede un'opera , una pala d'altare ora smembrata, un tempo nella chiesa perugina di san Francesco al Prato, che la consoli per il suo grande dolore e che crei dunque un parallelismo tra lo strazio della Madonna e il suo strazio - una sorta di passio/compassio.

Raffaello ci pensa e a lungo (Per inciso, farà bene, perché dopo questo capolavoro lavorerà per Giulio II  nelle Stanze Vaticane.
Tantissimi i disegni, tante le opere già esistenti.
Andiamo con ordine!
  • esisteva un sarcofago del III sec. dopo Cristo, raffigurante la morte di Meleagro, menzionato da Alberti, oggi ai Musei Capitolini (e "avido" di Antico come era Raffaello, l'aveva visto eccome)
  • Michelangelo qualche anno prima aveva mostrato agli artisti come potesse rappresentarsi in modo diverso il tema della  Pietà , come una madre che sorregge il proprio figlioletto addormentato ( quanto è giovane Matia, rispetto a Cristo)
Ed è evidente come la posizione del corpo di Cristo sia più che simile, uguale!
Ma ancora: il maestro di Raffaello , quel diligente e impostato Perugino, aveva già trattato il tema del compianto  nell'opera , oggi conservata a Palazzo Pitti, e datata 1495:

Anche qui è evidente il desiderio di Raffaello di "omaggiare" il suo maestro, ma anche di superarlo

  • E dobbiamo dimenticare la "Cappellina dei corpi santi" (1502) all'interno della Cappella di san Brizio nel Duomo di Orvieto, con affreschi memorabili di Signorelli ?( Quanto fu importante per Michelangelo e le sue figure statuarie della volta della Sistina, questa palestra di corpi nudi! Ma questa è un'altra storia)
Si noti il monocromo  riprodotto in secondo piano a sinistra, speculare alla tragedia in primo piano
Ma Raffaello , contento non era. E' come se avesse davanti a sé un repertorio di immagini mirabili ma il tema non lo convincesse. Questo turbamento lo si evince dai tantissimi disegni preparatori
Uno come questo
, disegno del 1505 a penna e inchiostro e conservato al Gabinetto dei disegni del Louvre, ci fa capire come qui Raffaello sia ancora legato al Perugino.
Non va bene, ci ripensa , e allora
il corpo di Cristo è sollevato e già al centro i personaggi si chinano, per far sì che il nostro sguardo sia concentrato su di lui, Cristo/Grifonetto. E' un disegno a penna  del 1506/7, conservato al British Museum.
L'idea prende forma, bisogna concentrarsi sulle donne e sul dolore straziante di Maria che sviene , sorretta dalle pie donne.
In questo disegno

sempre del British, sempre del 1507, Raffaello ci stupisce ancora. Il movimento rilasciato di Maria lo immagina disegnando lo scheletro!
E il volto girato di tre quarti della donna in alto a sinistra preannuncia la figura del definitivo della donna che sorregge Maria. E anche qui la fonte è Michelangelo e il suo Tondo Doni del 1504
Ormai il capolavoro è creato.
Ormai Raffaello, consapevole dei suoi talenti, firma e data -1507- in basso a sinistra , l'opera.
E il paesaggio, quieto e perfetto, segue l'andamento delle figure. La natura buona è per gli uomini buoni, Atalanta forse avrebbe reso meno duro il suo dolore grazie alle morbide forme del giovane pittore.
A cosa serve l'arte? A consolare


domenica 15 settembre 2013

David (il pittore, non il coiffeur..)

 
Jacques Louis David
(Parigi 1748-1825)
Studia da Joseph Marie Vien (iniziatore della moda pompeiana a Parigi), adora- e vorrebbe essere - Boucher, pittore rococò(vedi la marchesa di Pompadour)
 
Nel 1774 vince il Prix de Rome e arriva a Roma l'anno successivo, dopo essere stato a Torino, Parma, Bologna, Firenze
Convinto di nascere e morire rococò, a Roma "mi vergognai della mia ignoranza"
In cosa consiste il premio? nel soggiornare a Villa Medici per un anno, copiare l'Antico, produrre un'opera di tema classico.
Nascono così " Il combattimento di Marte e Minerva" e "la morte di Seneca", : colori rococò, "svolazzi" alla Boucher
 
  • Ma le Antichità romane sono sempre più affascinanti, Pompei e Ercolano pure (ci va nel 1779)
  • proprio in quest'anno David rifiuta di far ritorno a Parigi. Resta a Roma, ormai catturato
Al Salon di Parigi del 1781, David espone il "Belisario riconosciuto da un ex soldato, mentre una donna gli fa l'elemosina"
 
e con quest'opera ottiene l'ammissione all'Académie Royale e.. ciao rococò.

Ma il distacco totale è col Gli Orazi, opera dalla lunga gestazione.
Tema:fonti antiche  (Tito Livio, Valerio Massimo, Dionigi d'Alicarnasso), fonti "di casa" (tragedia "Orazio" di Pierre Corneille 1640," rirappresentato" a Parigi  nel 1782.
 
  • Per il Salon del 1783 D. è in elenco con un "Orazio condannato a morte" ; l'opera NON è pronta.
  • Al salon del 1785 l'opera è menzionata come "Il giuramento degli Orazi in presenza del padre"
  • I bozzetti ci aiutano nella difficile scelta del tema ( sul web... assenti! Parlo di un disegno  "Le vieil Horace defendant son fils" conservato al gabinetto dei disegni del Louvre, e la tela, bozzetto "Il giuramento" conservato al Louvre. Entrambe presenti nel catalogo "David e Roma", De Luca editore, 1981)
  • primo disegno: al centro le donne disperate, coi capelli sciolti, ai piedi della calinata di un tempio corinzio. In alto, al centro, il padre
  • Primo bozzetto (ispirato alla scena III atto V della tragedia di Corneille)simile al definitivo, solo che lo sfondo architettonico presenta colonne "doriche" con la base
Commissionato dal conte d'Angiviller per Luigi XVI, "Il giuramento" segna l'abbandono definitivo di ciò che era prima, l'inizio di scelte antiaccademiche ( primo fra tutti il formato , che era obbligato, 10 piedi x10 e qui 13 x 10), la creazione del SUO stile (anche se, come tutte le cose belle, dura poco)
Al centro le spade, colpite da una luce caravaggesca ( come non ricordare La vocazione di san Matteo, vista da David nella Cappella Contarelli della chiesa di san Luigi dei Francesi a Roma?)
 
  • E al centro , il padre riconosciuto dai figli, come capo tribù e non come genitore.
  • A sinistra i tre Orazi , stretti in un unico abbraccio (si veda la pittura vascolare  con le figure sovrapposte)
  • a destra le donne, Camilla, a dx in primo piano, amante di un Curiazo e Sabina, Curiaza, sposa di un Orazio si sostengono  nel funesto presentimento di un divenire senza via d'uscita. la madre, relegata in secondo piano, stringe a sé i nipoti.
  • L'architettura, studiatissima nella sua semplicità, anzi, potremmo dire contestualizzata storicamente, è formata da tre arcate tuscaniche (colonne, senza base,  dal fusto liscio, dal capitello essenziale) che scandiscono i tre gruppi
  • Il padre dà le spalle alle donne: la ragion di stato è prioritaria rispetto alle ragioni del cuore;  le donne sono composte nel loro dolore, non hanno i capelli sciolti, insomma sono completamente diverse rispetto alla prima idea di David. 
  • La "nobile semplicità e la quieta grandezza " di W. eccola qua!
 



Appunti neoclassici




Appunti “neoclassici”




  • 1738 Carlo III di Borbone intraprende la campagna di scavi a Ercolano
  • 1748 poi a Pompei
    (la testimonianza di Plinio il giovane era nota, anche nel '500 si era cominciata, blandamente, una campagna di scavi, ma il successo di visitatori che a inizio Settecento aveva rivalutato Paestum, fa sì che si cominci seriamente a scavare)
  • “Oggi (14 giugno 1740) ha visto qualcosa che non si è mai letto e forse mai udito... Un'intera città romana conservata sottoterra con tutti i suoi edifici” Sir Horace Walpole
  • In loco si recano disegnatori provenienti da tutta Europa; c'è chi afferma la supremazia dell'arte romana (Piranesi, per es o Robert Adam), chi quella dell'arte greca
    Punto di partenza: Vitruvio che aveva affermato che il sapere artistico era passato dagli Egizi, ai Greci che poi l'avevano passata ai Romani
  • Album come “The ruins of Balbec” di R. Wood, londra 1757
  • Le Roy, “Les Ruins des plus beaux monuments de la Grèce”, 1762
  • o “Le antichità di Ercolano esposte”, Napoli 1762 sono fonte iconografica fondamentale per quello che noi si chiama neoclassicismo
  • Così Roma- più che Napoli, mal attrezzata, diventa la tappa primaria di un viaggio verso il recupero dell'Antico: a Roma tutti convergono, da Winckelmann a David ( vincitore nel 1776 del Prix de Rome , soggiorno all'Academie de France istituita nel 1666 daColbert, ministro del re Sole) , da Mengs a Goethe (“Viaggio in Italia” 1786/89 ) e Canova.
  • E tutti passano da Villa Albani, voluta dal Cardinale omonimo il quale chiama il bibliotecario Winckelmann (1717-1768)affinchè cataloghi i tanti reperti antichi “sparsi” nel giardino.
  • 1755 , "Pensieri sull'imitazione dell'arte greca", scritto a Dresda
    Con questo "bagaglio" arriva a Roma al servizio del cardinale Albani
  • e nel 1763 pubblica "La storia dell'arte presso gli Antichi"
         L'arte finalmente è studiata in maniera "evolutiva", cronologica, e W. la suddivide in 4 periodi
1) Stile primitivo (leggi kouroi)
2) Stile sublime (leggi Fidia)
3) Stile bello (leggi Prassitele e Lisippo)
4) Stile dell'imitazione (leggi ellenismo e arte romana)
  • Chi dei contemporanei "sposa" la perfezione? Mengs (1728-1779) che frequentava Villa Albani, ma SE avesse conosciuto Canova, lui sì che sarebbe stato il protagonista del "vero stile"
  • In cosa consisteva il metodo Winckelmann? sul confronto delle opere ( anche se W. cade nell'equivoco di considerare le statue di marmo originali e non copie romane) e nel considerare la "nobile semplicità e quieta grandezza" come un valore fondamentale ( si tenga presente che l'arte ai tempi di W. era rococò, arzigogolata, con linee curve, insomma l'esatto contrario di quanto affermava il prussiano).