lunedì 4 novembre 2024

Pontormo al Galluzzo sulle orme di Durer : la cena in Emmaus

 



 La Certosa del Galluzzo

Firenze, 1523.

L'ennesima epidemia di peste costringe le persone ad una vita appartata.

L'ombroso Pontormo rifugia alla Certosa del Galluzzo e nell'ambiente raccolto della comunità certosina trova serenità e ispirazione.

Qui , aiutato dall'allievo Bronzino, dipinge nel chiostro  cinque lunette con le scene della Passione di Cristo. 

E se fino ad allora la sua pittura si era mossa  sui binari di quella del suo maestro  Andrea del Sarto, ora, al Galluzzo  medita sulla lezione del gran tedesco Albrecht Durer.

Si veda per esempio l'affresco con la salita al Calvario , incentrato sull'episodio della Veronica che asciuga il volto di Gesù 


Pontormo, Andata al Calvario, 1523 ,affresco strappato

cm 300 x 292, Firenze, Certosa del Galluzzo


e lo si paragoni all'incisione di Durer dalla Piccola passione 


Albrecht Durer , Cristo  portacroce, 1511,
xilografia, cm 12,7 x 9,7 

Che Pontormo fosse curioso riguardo quanto Oltralpe si stava facendo, lo attesta anche il giudizio severo di Vasari che accusò il pittore di aver abbandonato  "la vaghezza della sua prima maniera tutta piena di dolcezza e di grazia " (giudizio che si trova nelle Vite di Giorgio Vasari) per ammiccare alla maniera dura dei tedeschi.

La peste scemava , si poteva tornare alla vita normale. Ma Pontormo , uomo solitario e tormentato, torna più e più volte nel silenzio dei chiostri. E per la foresteria della Certosa  dipinse nel 1525 questa splendida  Cena in Emmaus .


Jacopo Carucci detto il Pontormo, Cena in Emmaus, 1525,
olio su tela, cm 230 x 173, Galleria degli Uffizi, Firenze
Vediamola nel dettaglio
L'episodio è tratto dal Vangelo di Luca (24,13 -35) : Cristo si rivela a due discepoli in cammino verso Emmaus e costoro, se prima non lo avevano riconosciuto, al desco- allo spezzar del pane - ecco che lo vedono nella sua essenza  
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. 30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!».

 35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. )

Nel dipinto  Pontormo inserisce i personaggi attorno ad un tavolo rotondo : Cristo è al centro, guarda verso di noi ,  benedice il pane. I due discepoli Cleopa e Simone ci volgono le spalle e sono colti uno mentre riempie il calice, l'altro pronto a spezzare il pane. Grazie ai colori cangianti ( come è cambiata la pittura dopo la volta della Sistina !) , alla scelta del tavolo rotondo che dà un senso di compiutezza e intimità  e alle due figure di spalle, anche noi spettatori siamo invitati al desco. In primissimo piano , al centro, compare il cartiglio con la firma dell'artista . Fanno capolino un cane e due gatti , pronti a cogliere il cibo caduto a terra. 

 Qui la luce gioca un ruolo fondamentale. Dietro Cristo tutto è ombra ma basta la benedizione per rivelare la luce vera. E Cristo bagnato di luce  , illumina tutta l'umanità , qui rappresentata dagli altri personaggi , i frati certosini. Le parole del vangelo di Giovanni  "veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo " (1,9) , qui si fanno luce grazie alla magia della pittura.

Si veda il dettaglio del desco 


Pontormo, particolare della Cena in Emmaus

Ombre, luce , trasparenza ... questa capacità di giocare con tenebre e luce era tipica dei dipinti fiamminghi che in quegli anni riportavano al nord Europa e dunque alla Riforma di Martin Lutero.

Ecco perchè Vasari - sempre fedele alla linea dettata dal potere- aborre queste scelte di Jacopo Carucci , che accusa - neanche poi tanto velatamente - di abbracciare l'eresia luterana. 

La similitudine con Durer è lampante 

Si osservi  la xilografia tratta dalla Piccola Passione che Durer aveva  pubblicato nel 1511 , quindi fresca di stampa e che sappiamo Pontormo aveva guardato.


Albrecht Durer , Cena in Emmaus , 1511, xilografia

cm 12,7 x 9,7 , Londra, British Museum

La costruzione scenica è la stessa  e quella luce a stella che notiamo nella xilografia, in Pontormo si trasforma nell'aura divina . Si tenga presente che quell'occhio racchiuso nel triangolo e malamente dipinto, NON è opera di Pontormo ma un'aggiunta successiva . Analisi radiografiche hanno infatti mostrato che sotto l'occhio vi è un volto trifronte rappresentazione della Trinità , vietata dalla Controriforma.

Questo naturalismo che poi ritroveremo in tanti dipinti del nord Italia e che poi porterà alla rivoluzione caravaggesca e alle scene di genere dei Carracci , lo vediamo chiaramente nei volti di tutti i personaggi che fanno contorno a Gesù

Ecco Leonardo Buonafede, vecchio priore della Certosa, raffigurato dal pittore in piedi alla destra di Cristo


Pontormo, in Emmaus , particolare

E gli sguardi degli altri frati , tutti rivolti verso lo spettatore li ritroveremo in quelli drammatici e attoniti della Deposizione di santa Felicita 


Pontormo, Deposizione, 1526-28, tempera su tavola.cm 313 x 192,

Chiesa di santa Felicita , Firenze

La via del Nord  , e non più e non solo della "dolcezza e grazia" era tracciata.

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