Ludovico (1555- 1619) era figlio di un macellaio, Vincenzo che sicuramente contribuì economicamente a quello "scatto sociale" che permise a lui e ai suoi cugini Agostino (1557 - 1602) e Annibale (1560 - 1609) di fondare la prestigiosa Accademia degli Incamminati a Bologna.
Annibale Carracci, Autoritratto con altre figure ,1593 ca. , olio su tela,
cm.60 x 48, Milano Pinacoteca di Brera
E se Ludovico e Agostino si vergognavano della professione dei loro parenti, Annibale invece da lì partì e cercò di nobilitare attraverso due sue opere il mestiere dei beccai.
Procediamo con ordine.
Uno dei primi a dipingere una scena chiaramente di genere legata alla macelleria fu il pittore bolognese Bartolomeo Passerotti (1529- 1592) presso la cui bottega si formò proprio Annibale
Bartolomeo Passerotti, La macelleria , 1577 , olio su tela,
cm. 112 x 152, Roma , Galleria Nazionale di Arte Antica
Due macellai, in pose sbilenche , sono rappresentati tra pezzi di carne e attrezzi del mestiere . I loro volti mostrano difetti fisici ( si veda soprattutto il beccaio sulla destra) e vogliono indurre alla risata,
La figura dei macellai era oggetto di dileggio perché erano lavoratori che curavano poco il loro vestiario e erano sporchi.
Il bianco , nell'opera di Passerotti , è quello della carne; le camicie dei due sono di un colore spento e compaiono qua e là _ sul coltello, sul bancone- macchie di sangue.
Orrore! il sangue nei dipinti era esibito solo per il martirio dei santi o per la morte di Cristo !
Era una moda tenersi in casa tele che ammiccavano a significati anche sconci e popolari , si vedano gli interni del pittore cremonese Vincenzo Campi, uno specialista in opere che mescolavano realismo e allegorie.
Vincenzo Campi, Pollivendoli, 1578-81, olio su tela
cm. 147 x 215, Milano, Pinacoteca di Brera
Annibale Carracci non fa così
Annibale Carracci, La macelleria, 1580, olio su tela, cm. 60 x 71 ,
Fort Worth, Kimbell Art Museum
In questa prima opera è evidente che Annibale cerchi di entrare in relazione con l'opera del maesto Passerotti . Anche qui due sono i macellai ma a figura intera e i gesti dei due lavoranti non solo sono quelli sapienti di "addetti ai lavori" ma hanno una dignità che le figure del Passerotti non possiedono.
Le loro vesti sono pulite , non c'è traccia di sangue ,sulla trave in altro a sinistra compare il listino prezzi e il gesto del beccaio è molto simile a quello di un cavaliere pronto a sfoderare la spada.
E' un'opera simmetrica, ordinata, la gamma cromatica è misurata e la bravura di Annibale si nota soprattutto nella figura a sinistra, aggiunta senza disegno preparatorio quando il bancone era già stato dipinto e completato.
L'attenzione al "vivo" , per usare proprio un'espressione di Annibale, si nota nella precisione dei tagli di carne ( così non è nell'opera di Passerotti ) e nelle screpolature dell'intonaco che fanno vedere i mattoni.
Sappiamo dall'opera di Cesare Malvasia che i rapporti tra maestro - Bartolomeo Passerotti- e allievo - Annibale- si erano guastati
Cesare Malvasia , frontespizio del libro Felsina pittrice, 1678
Due sostanzialmente i motivi di "fastidio" nei confronti di Carracci: sicuramente la concorrenza ma anche l'aver "copiato" alcune invenzioni del maestro
Se così può essere per la Piccola macelleria di Fort Worth, così non è per la seconda e più famosa opera
Annibale Carracci, La bottega del macellaio,1585, olio su tela,
cm. 190 x 272, Oxford, Christ church
I committenti di questa grande tela? Un enigma
Forse l'opera era per una nota famiglia bolognese - i Canobi- proprietaria dei locali di una delle grandi macellerie della città
Ma le ricerche d'archivio non hanno ad oggi dato risultati
Quattro i momenti fondamentali qui raffigurati
Dal centro in basso è come se l'opera si "avvitasse"a cerchio da destra a sinistra
Al centro è rappresentato il momento cruciale, l'attimo prima di sferrare il colpo per l'uccisione dell'animale.
Il giovane macellaio chinato gira la testa verso l'alto e ci offre il verso di lettura dell'opera
La capra è ancora viva, il sangue non c'è, i grembiuli sono lindi.
Il gesto del giovane beccaio non è per nulla scomposto, anzi molti hanno notato come sia simile al Sacrificio di Noè di Raffaello alle Logge vaticane che Carracci conosceva attraverso l'incisione di Marco Dente
Marco Dente, Il sacrificio di Noè , incisione da Raffaello
Dietro il ragazzo fa capolino un cane . Aspetta qualche osso
Il secondo macellaio è intento ad appendere a un gancio una mezzena di vitello.
I suoi gesti sono studiatissimi e molto più riosciti e meno "ingessati" rispetto al macellaio della prima opera.
E' come se Annibale avesse ormai acquisito esperienza e bravura e si fosse "corretto" delle imperfezioni presenti nella prima Macelleria.
Il terzo macellaio è al centro ma dietro il bancone, pronto a steccare la carne con rametti aromatici . La vecchia al suo fianco attende la consegna
Infine il quarto lavorante pesa sulla stadera il pezzo di carne che la guardia svizzera -Bologna era nello Stato della Chiesa- sta per acquistare. Il soldato sta per prendere dalla scarsella il denaro .
Avrà sicuramente controllato i prezzi riportati meticolosamente sul foglietto posto sulla trave in alto a destra
Tutto qui è realtà, a differenza dell'opera del Passerotti e se l'attenzione al vivo non permetteva ad Annibale di dipingere i macellai con abiti pretenziosi, tutto doveva essere pulito e gradevole alla vista
C'è inoltre un ribaltamento del "comico" che non è nei macellai che svolgono con professionalità il loro lavoro ma nelle figure di contorno : la vecchia, timorosa di essere "fregata" nella spesa e la guardia che controlla il peso.
Inoltre è probabile che queste scene avessero un significato morale : il Discorso sulle immagini sacre e profane del cardinale Paleotti dava rigorose indicazioni ai pittori . Dopo il Concilio di Trento tutto doveva essere vagliato dalle autorità ecclesiastiche.
Forse nelle pose ritorte dei personaggi Annibale è ancora in debito con quelle "serpentinate" tanto care al Manierismo ma la novità è tutta nell'orgoglio di rappresentare chi bene svolge un mestiere .
Guardando queste opere, come anche il Mangiafagioli della Galleria Colonna , uno rimane stupito dalla svolta "alta" che il giovane Carracci avrà quando, entrato nelle grazie del cardinale Odoardo Farnese , dipingerà in un tripudio di colori la volta della Galleria
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