James Ensor, L'entrata di Cristo a Bruxelles nel 1889, 1888, olio su tela
cm.253 x 430, Los Angeles , the J. Paul Getty Museum
"La mia infanzia è ricca di magnifici sogni"
Così disse Ensor, ricordando certo il negozio di Ostenda della nonna , dove nella vetrina facevano bella (o brutta ) mostra oggetti per turisti, da merletti a pesci imbalsamati, da armi a porcellane
Insomma ... le belle cose di pessimo gusto
E questo amore per l'eccesso gli è rimasto
Questa enorme tela rimase a lungo nello studio del pittore .
Persino il gruppo belga Les XX (manipolo di artisti riunitisi a Bruxelles nel 1884, sull'esempio degli Artisti indipendenti francesi lo rifiutò : era troppa la violenza cromatica!
Un minimo di descrizione
In uno spazio pieno di figure. l'artista belga rappresenta una parata carnevalesca Tutti sono stipati e vogliono apparire, come se richiedessero il loro quarto d'ora di celebrità
In primo piano al centro appare un uomo col cappello di vescovo e il bastone di capobanda : è il ritratto di Emile Littré, filosofo positivista francese che evidentemente non godeva la stima dell'artista.
Egli guida una folla scomposta e immaginiamo rumorosa -ecco in secondo piano la banda- e sul palco le autorità locali (sicuramente il sindaco con la sua fascia di rappresentanza) sono pronti a dare il benvenuto a Cristo.
Pronti ad accoglierlo, pronti a crocifiggerlo.
La figura di Cristo , con le fattezze del pittore,è piccola cosa al centro dell'opera ed è come se l'artista sapesse già di essere misconosciuto per la propria arte.
Come il messaggio di Gesù fu ignorato, così la congerie di artisti e critici ignora l'arte di Ensor
I suoi detrattori però, non hanno il coraggio di esprimere apertamente le opinioni negative e si nascondono dietro maschere caricaturali, brutte forse come gli oggetti esposti nel negozio della zia
Le scritte che campeggiano (Vive la Sociale o Fanfares doctrinaile ) sono slogan e niente più.
Ma il segno più prorompente Ensor lo ha dato non tanto /non solo nella scelta del tema ma nella stesura del colore.
L'uso di spatole di metallo che rendono la stesura cromatica una chiara anticipazione della stagione espressionista , è una risposta totalmente diversa, più libera, al "tecnicismo " puntinista che imperava in quegli anni.
E Munch, Kirchner, i Fauves , fino a Pollock devono tantissimo all'artista belga che stratifica il colore e rende l'opera materica
Persino i generali di Enrico Baj sono figli della cinica figura con la maschera della morte, in basso a sinistra del dipinto di Ensor. Attira la nostra attenzione perché ci spaventa e perché la spessa fascia verticale verde è lì, in primo piano a guidare la nostra attenzione verso la folla scomposta e "maleducata"
Le maschere ci permettono di dare il lato peggiore di noi
James Ensor
Questa enorme tela rimase a lungo nello studio del pittore .
Persino il gruppo belga Les XX (manipolo di artisti riunitisi a Bruxelles nel 1884, sull'esempio degli Artisti indipendenti francesi lo rifiutò : era troppa la violenza cromatica!
Un minimo di descrizione
In uno spazio pieno di figure. l'artista belga rappresenta una parata carnevalesca Tutti sono stipati e vogliono apparire, come se richiedessero il loro quarto d'ora di celebrità
In primo piano al centro appare un uomo col cappello di vescovo e il bastone di capobanda : è il ritratto di Emile Littré, filosofo positivista francese che evidentemente non godeva la stima dell'artista.
Egli guida una folla scomposta e immaginiamo rumorosa -ecco in secondo piano la banda- e sul palco le autorità locali (sicuramente il sindaco con la sua fascia di rappresentanza) sono pronti a dare il benvenuto a Cristo.
Pronti ad accoglierlo, pronti a crocifiggerlo.
La figura di Cristo , con le fattezze del pittore,è piccola cosa al centro dell'opera ed è come se l'artista sapesse già di essere misconosciuto per la propria arte.
Come il messaggio di Gesù fu ignorato, così la congerie di artisti e critici ignora l'arte di Ensor
I suoi detrattori però, non hanno il coraggio di esprimere apertamente le opinioni negative e si nascondono dietro maschere caricaturali, brutte forse come gli oggetti esposti nel negozio della zia
Le scritte che campeggiano (Vive la Sociale o Fanfares doctrinaile ) sono slogan e niente più.
Ma il segno più prorompente Ensor lo ha dato non tanto /non solo nella scelta del tema ma nella stesura del colore.
L'uso di spatole di metallo che rendono la stesura cromatica una chiara anticipazione della stagione espressionista , è una risposta totalmente diversa, più libera, al "tecnicismo " puntinista che imperava in quegli anni.
E Munch, Kirchner, i Fauves , fino a Pollock devono tantissimo all'artista belga che stratifica il colore e rende l'opera materica
Persino i generali di Enrico Baj sono figli della cinica figura con la maschera della morte, in basso a sinistra del dipinto di Ensor. Attira la nostra attenzione perché ci spaventa e perché la spessa fascia verticale verde è lì, in primo piano a guidare la nostra attenzione verso la folla scomposta e "maleducata"
Le maschere ci permettono di dare il lato peggiore di noi
Enrico Baj, Generale, 1975, acrilici e collage su tavola, cm. 125 x 97,
collezione privata
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