Guido Reni , Sansone vittorioso,1614-16, olio su tela, cm 260 x 223
Bologna, Pinacoteca Nazionale
Oggi alla Pinacoteca Nazionale di Bologna ammirato da tanti
Un tempo - diciamo i primi decenni del Seicento- questa monumentale tela era posta come sopracamino ( un camino piatto, a parete) in una delle sale di Palazzo Zambeccari , sempre a Bologna .
Quindi immaginiamocelo ben più in alto rispetto alla collocazione attuale, nella sala 24 della Pinacoteca.
Pinacoteca Nazionale di Bologna, sala 24 (sala di Guido Reni)
E' importante guardarla dal sotto in su, per accorgersi dell'artificio prospettico costruito da Guido Reni (Bologna 1575- ivi 1642)
Il pittore la dipinse intorno al 1614 ; era a Roma al servizio del cardinale Scipione Borghese, grande collezionista e amante dell'arte e per lui aveva appena terminato l'incantevole Aurora , affresco nel Casino Borghese ,oggi Casino Rospigliosi Pallavicini.
Guido Reni, Aurora, 1612-14,affresco, cm 280 x 700
Roma, Palazzo Rospigliosi Pallavicini
Ma, a detta del suo biografo Cesare Malvasia, Roma era caotica, grande e troppo cara e piena di tentazioni per un giocatore d'azzardo quale lui era...
E così Reni fugge e torna a casa, nella città dove si sente al sicuro.
E per nobili famiglie dipinge opere religiose collocate in cappelle private o in sontuosi palazzi.
E' il caso del Sansone vittorioso .
Sansone ha appena sterminato i filistei , qui rappresentati armati di tutto punto . Li ha sconfitti a mani nude, con l'arma della Verità .
E la verità è nuda.
E la verità è nuda.
Stremato dall'impresa sovrumana, è preso da una gran sete e allora lascia cadere la mascella *d'asino che aveva usato come arma . dall'impatto con la terra, sgorga una sorgente d'acqua , che l'eroe raccoglie grazie alla mascella usata come tazza.
Ecco. Guido Reni è come se avesse usato un fermo immagine proprio in questo punto
Il gesto dell'assetato è enfatizzato grazie alla cornice che termina a centina lobata e raccoglie l'empito verso l'alto
In basso giacciono i filistei, già dall'incarnato cereo e Sansone preme il piede destro sulla schiena di un nemico
Sansone vittorioso, particolare
Ma non c'è violenza nell'episodio. Sì, si vede il sangue rappreso e sgorgato dalle ferite ,ma tutto il classicismo che il pittore aveva "bevuto" nei soggiorni romani, qui stempera il dramma e permette all'artista di dipingere un corpo dall' "impareggiabile attitudine sfiancheggiante "
Questa fu l'espressione che Cesare Malvasia coniò per il Sansone di Reni ( Cesare Malvasia, Felsina pittrice Vite de' pittori bolognesi , Bologna 1678)
La posa è copia conforme dell' Apollo Belvedere
Apollo del Belvedere ,copia romana in marmo da originale in
bronzo del 330 a. C. attribuito a Leocares, Musei Vaticani
Il braccio proteso è quello del Laocoonte che a quella data era stato ricostruito teso verso l'alto, proprio come qui.
Ma l'idea di "fermo immagine" e di una natura immobile , di un mare liscio come l'olio probabilmente Reni la riprende dalla Galatea dell'amatissimo Raffaello
Raffaello, Il trionfo di Galatea, 1512, affresco, cm.295 x 225
Roma, Villa Farnesina
come le forme sinuose e gli svolazzi del panneggio
L'artificio prospettico...
Vero è che la tela era posta sul camino e quindi lo sguardo era pensato dal basso verso l'alto ma il braccio alzato di Sansone, gli occhi del protagonista unico, ci costringono a guardare l'opera da più punti di vista
E il terzo quarto del dipinto, quello più in alto , vbede protagonista l'acqua, come calasse dal Paradiso, prefigurazione dell'acqua purificatrice del battesimo.
In basso, più vicino alle fiamme del camino, la terra, il sangue, i corpi dei filistei
Che meraviglioso esercizio di stile!
*Un errore dell'antica traduzione del testo biblico aveva confuso il nome del luogo della battaglia denominato monte della Mascella, con l'osso medesimo, generando questa iconografia. L'acqua non sgorga dalla terra ma dalla mascella posta in mano a Sansone