Il Cardinale Giuliano della Rovere entra in possesso di una splendida statua ritrovata ad Anzio qualche anno prima.
Rappresenta Apollo arciere ; Giuliano decide di custodirla nel giardino del suo palazzo, presso san Pietro in Vincoli.
Ma quando nel 1503 sale al soglio pontificio e diventa papa Giulio II , ecco che il della Rovere porta a compimento il processo di rinnovamento della città che il suo parente Sisto IV aveva iniziato qualche decennio prima.
E l'Apollo farà bella mostra di sé nei giardini del Belvedere, insieme al Laocoonte appena riportato alla luce.
Copia adrianea dell'originale bronzeo perduto di Apollo, attribuito a Leochares,
trovato alla fine del XV sec. forse ad Anzio, Vaticano, Musei
Cortile ottagono dei Musei Vaticani
E nel Cortile ottagono, dove papa Giulio II allestì la sua straordinaria raccolta di marmi antichi , l'Apollo campeggia in tutta la sua bellezza spavalda ; l'archeologo Giovanni Becatti lo descrive come un bellissimo attore dalla lussureggiante chioma ricciuta che recita con enfasi la parte del terribile giustiziere.
Tutta la sua grazia esposta- anzi potremmo dire ostentata- ci fa capire -anche se siamo in presenza di una copia- come mai Leochares fosse richiestissimo come ritrattista di fine IV secolo a. C.
Inoltre il dinamismo "sospeso" - un mannequin challenge d'annata- anche un po' enfatico e elaborato, ha messo in relazione questo Apollo con la statua di Artemide di Versailles, attribuita anche questa a Leochares
Diana di Versailles, copia romana del II sec. d.C. da un originale in bronzo
attribuito a Leochares , Parigi, Louvre
Oggi forse , questa freddezza accademica, che tanto aveva colpito Winckelmann, poco ci emoziona
Ma sono le mode, mettiamole in conto
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