Siamo a Parigi
Edmond Turquet, sottosegretario di stato alle Belle Arti commissiona a Auguste Rodin il modello di una porta ornamentale per il Musée des Arts Décoratifs , allora in fase di progettazione.
A quella data il quarantenne Rodin aveva finalmente raggiunto giusta fama, dopo tanti patimenti.
Quattro anni prima , la sua scultura L'età del bronzo era stata violentemente criticata per l'estremo realismo che secondo i contemporanei attestava l'uso- peraltro in voga- di avere utilizzato dei calchi sul vivo.
Auguste Rodin,l'età del bronzo, (1875-76), bronzo, Filadelfia, Museo Rodin
E invece , questo classico modellato è meditazione sulla scultura di Michelangelo, vista non solo nelle sale del Louvre ma anche nel viaggio a Firenze proprio fatto nel 1875.
Michelangelo, Schiavo morente, 1513 ca., marmo, Louvre
Insomma, lo scultore Rodin , di umili origini, dall'apprendistato "basso" (aveva frequentato la Petite Ecole e non era stato ammesso alla compassata Ecole des Beaux Arts) , finalmente viene accettato dall'ambiente "alto".
La porta è per Rodin una sfida.
In un primo momento il soggetto avrebbe dovuto trarre ispirazione dalla Divina Commedia di Dante ; poi però si fa strada una meditazione solo sull' Inferno .
E se la prima idea era quella di suddividere lo spazio in pannelli , a ricordo della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti,
Lorenzo Ghiberti, Porta del Paradiso,1425-1452, bronzo dorato, Firenze ,
ora Museo dell'Opera del Duomo
a poco a poco lo spazio diventa libero e le figure fluttuano in un fondo appena abbozzato,funzionale alle forza plastica delle figure .
Le fonti dell'epoca ricordano come lo scultore , nello studio per lui approntato al Dépot des marbles , in rue de l'Université, lavorasse alacremente al progetto, che cambiava in corso d'opera ; le tante figurine palpitanti che egli modellava, sembrava prendessero vita e avessero vita propria.
Infatti il progetto per Museo di arti decorative fu accantonato ma questo rese probabilmente Rodin più libero di agire
Oggi la Porta può essere ammirata in un modello costruito in gesso alla morte dell'artista, nel 1917
Auguste Rodin, Porta dell'Inferno, 1917, gesso, Museo d'Orsay, Parigi
e in un altro "assemblato" in bronzo ,nell'Hotel Biron, sede del museo a lui dedicato
Auguste Rodin, Porta dell'Inferno, 1880-1917, bronzo, Museo Rodin, Parigi
Tante le sculture che l'hanno resa celebre; dal gruppo statuario in cima , le Ombre che a ben guardarle sono lo stesso soggetto, un uomo dal capo chino e dal braccio sinistro cadente ripetuto tre volte
Auguste Rodin ,Le ombre, 1902, bronzo, Museo Rodin Parigi
alle esili figure scolpite nel marmo (si ricordi che lo scultore immaginava la sua Porta come entità autonoma in ogni dettaglio) , così passionali e così drammatiche.
Auguste Rodin , Paolo e Francesca, 1900, marmo ,cm81x108x65, Museo Rodin Parigi
E poi il pensatore
Eccolo lì, pensato al centro della porta, e poi riplasmato come figura solitaria, chiusa in un pensiero forte, drammatico, sofferto, come se il pensiero non fosse una liberazione ma una maledizione.
Auguste Rodin, Il conte Ugolino, 1882-1906, gesso , Parigi, Museo d'Orsay
O ancora il dramma del conte Ugolino , la "stagione all'inferno" che si consuma in tutto il suo dramma; le figure magrissime, gli sguardi allucinati, il vuoto- tra le braccia del conte Ugolino - che rende ancora più piena di dramma l'opera.
E tante altre figure ancora...
Nel 1902 Rainer Maria Rilke , che ha la fortuna di incontrare e conoscere Rodin a Meudoun, scrive così alla moglie Klara :" Nient'altro che frammenti, uno accanto all'altro, per metri (....) Eppure all'improvviso si intuisce che considerare il corpo come un tutto tocca allo scienziato, mentre all'artista spetta creare, a partire da questi elementi, nuovi rapporti, nuove unità, più grandi, più legittime, più eterne; e questa inestinguibile ricchezza, questa invenzione infinita, perpetua, questa purezza e questa veemenza dell'espressione, questa gioventù, questo dono di avere qualcosa di continuamente diverso, di continuamente migliore da dire, sono senza pari nella storia umana"
R. M. Rilke, Auguste Rodin, ( Berlin 1903 ), edizione italiana tradotta da C.Groff, Milano 2004
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