Imponente- è alta all'incirca 40 metri- nuova (nata dalla contaminazione fra tipi già in uso come la colonna onoraria con statua sin cima e la colonna ornata da rilievi in fasce parallele) , scenografica, preziosa .
In marmo di Luni, oggi ha perso i colori di cui era dipinta , come pure gli inserti in metalli per armi e corazze.
Ai tempi dell'imperatore Traiano era posta alla fine del foro, in una piccola piazza , circondata dalla basilica Ulpia e il tempio del Divo Traiano , tra la biblioteca greca e quella latina. Nella pianta qui sotto corrisponde al numero 6
Cosa raccontasse, è risaputo: le due campagne daciche del 101-103 e del 105-106.
E il racconto si snoda, si srotola come un libro antico, dal basso verso l'alto. Le 23 fasce scolpite a doppio rilievo iniziano con un'altezza di 90 centimetri, per ampliarsi fino a 120 centimetri nelle parti in alto.
Certo non era possibile godere di tutti i particolari, ma forse dalle finestre delle due biblioteche alcuni dettagli erano ben in mostra.
Le campagne militari vengono narrate con molti particolari, ma anche queste (come le pitture trionfali, oggi perdute, che narravano nei fori le gesta dell'esercito romano, così lontano da Roma) per sequenze figurative che apparentemente si riferiscono ai fatti storici e che scandiscono le campagne militari secondo precisi rituali, che si ripetono sempre uguali a se stessi.
Insomma, non sono dei veri e propri reportage di guerra.
Dopo l'alto basamento che conteneva in una teca d'oro le ceneri dell'imperatore, la colonna vera e propria si rivela a noi attraverso un dettagliato racconto che parte con l'attraversamento del Danubio e che termina lassù in cima con la Notte che stende un velo su tutto.
Molte delle scene possono intendersi come istituzioni e regole di comportamento per il perfetto generale
E così si va dalla
- Adlocutio in cui Traiano tiene discorso alle truppe mentre una delegazione di Daci arriva
- Pietas (il sacrificio agli dei)
- Omen (il presagio favorevole)
- Submissio e clementia (la presentazione dei prigionieri che fanno atto di sottomissione nei confronti dell'imperatore il quale accoglie le suppliche e risparmia i prigionieri)
- Consilium (il consiglio di guerra in cui Traiano insieme al suo entourage prende decisioni sulla battaglia)
Uno degli episodi più toccanti è quello della morte di Decebalo, re dei Daci, che , pur di non cadere prigioniero, decide di uccidersi ai piedi di un albero
La natura, qui come altrove, è solo pretesto per rendere ancor più incisiva la narrazione. E qui, come in altri episodi, l'esercito romano è ordinato, a differenza di quello barbaro
Come per esempio qui, dove inoltre, in alto a sinistra compare la Notte che col suo manto porta il buio sugli eserciti.
Traiano, la cui immagine compare più di 50 volte, è sempre raffigurato come l'optimus princeps, alla stessa altezza degli altri soldati, anche se sempre in posizione centrale.
E poi, costruzione di accampamenti, rappresentazione di città o di ponti sul Danubio, insomma un documentario scolpito mirabilmente che ci permette di ricostruire la vita dell'esercito romano.
Le immagini devono comunicare l'affermazione di alcuni valori "forti"
- la superiorità assoluta dei romani
- la sicurezza
- l'ordine
Per quanto forti siano i barbari, non c'è romano che soccomba
E' come se i rilievi fossero un dettagliato registro in cui il Senato romano abbia fissato per l'eternità le imprese dell'esercito e dell'imperatore, come una conferma dei resoconti di guerra ufficiali presentati al Senato e depositati all'Archivio di Stato.
A differenza di altre opere architettoniche romane, la Colonna non subì rimaneggiamenti nel corso dei secoli , ad eccezione della statua dell'imperatore tolta e sostituita nel Cinquecento da quella di san Pietro
Eccola lì in fondo, nel paesaggio di una Gerusalemme mai vista da Mantegna e immaginata come Roma antica nella splendida Orazione nell'orto del Louvre
o ripresa nelle forme tortili da Bernini nello scenografico Baldacchino di san Pietro
Ma questa è, come al solito , altra storia.