Il patrono di Firenze ? Giovanni Battista
L'altro santo amatissimo nella Firenze rinascimentale? Giovanni Evangelista
C'è un pittore che con grazia e fermezza ha immortalato più e più volte i due santi ed è "il pittore senza errori", Andrea del Sarto
Il ciclo più famoso dedicato al Battista è quello al Chiostrino degli Scalzi , in via Larga (l'attuale via Cavour) .
Chiostrino dello scalzo, Firenze
Qui in affreschi a monocromo (Vasari dice "in quadri di chiaro e scuro, ciò è di terretta in fresco") si dipana la vita del santo
Andrea del Sarto, Il battesimo delle genti, affresco, 1517, Firenze
Chiostro dello Scalzo
Ma qui vorrei guardare due opere diverse.
La prima in ordine cronologico è la Madonna delle arpie Eccola
Andrea del Sarto, Madonna delle arpie, 1517, olio su tavola, cm 207 x 178,
Firenze, Galleria degli Uffizi
E' una sacra conversazione un po' particolare
Al centro la Madonna e il bambino e ai loro piedi due angeli. Alla destra di Maria san Francesco , alla sinistra san Giovanni evangelista. Tutte le figure sono compresse in uno spazio semplice , uno sfondo quasi neutro.
L'opera firmata e datata fu commissionata da Antonio di Ludovico Sassolini, all'epoca ministro dei Francescani conventuali della Toscana , e avrebbe dovuto essere posta nella chiesa del convento femminile di san Francesco in via de' Macci.
Nel contratto siglato col pittore, si chiedeva un'opera dal costo contenuto e al posto di Francesco avrebbe dovuto esserci san Bonaventura. Poi Antonio Sassolini cambia idea.
E il perché è da ricercare nella figura di san Giovanni
Sappiamo che Andrea del Sarto era andato a bottega da Piero di Cosimo, pittore "stravagante" che aveva trovato fortuna presso famiglie antimedicee . Inoltre su Andrea e su molti fiorentini aveva fatto breccia il pensiero di fra' Gerolamo Savonarola e l' Apocalisse aveva avuto rinnovata fortuna.
E allora vediamola questa Madonna dell'Apocalisse.
La Vergine ha abiti dai colori cangianti (ecco Michelangelo ! ) e non solo blu e rossi ma gialli, rosa, un tenue azzurro per il velo sul capo . E' in piedi su in piedistallo, regge un inquieto Gesù e guarda verso il basso ,proprio da dove spunta un sottile fumo (il restauro recente ha riportato alla luce quel fumo di nuvoli trasparenti descritto da Vasari) ; due angioletti si abbarbicano a lei, come per trovare protezione.
Proprio il piedistallo rimanda alle locuste e al pozzo dell'abisso dell' Apocalisse
Andrea del Sarto, Madonna delle arpie, dettaglio
Ecco il passo in questione
Apocalisse
capitolo 9
Poi
sonò il quinto angelo, e io vidi una stella caduta dal cielo sulla
terra; e ad esso fu data la chiave del pozzo dell’abisso.
2 Ed
egli aprì il pozzo dell’abisso; e dal pozzo salì un fumo simile
al fumo di una gran fornace; e il sole e l’aria furono oscurati dal
fumo del pozzo.
3 E
dal fumo uscirono sulla terra delle locuste; e fu dato loro un potere
pari al potere che hanno gli scorpioni della terra.
4 E
fu loro detto di non danneggiare l’erba della terra, né alcuna
verdura, né albero alcuno, ma soltanto gli uomini che non aveano il
suggello di Dio in fronte.
5 E
fu loro dato, non di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi; e
il tormento che cagionavano era come quello prodotto da uno scorpione
quando ferisce un uomo.
6 E
in quei giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno, e
desidereranno di morire, e la morte fuggirà da loro.
7 E
nella forma le locuste eran simili a cavalli pronti alla guerra; e
sulle teste aveano come delle corone simili ad oro e le loro facce
eran come facce d’uomini.
8 E
aveano dei capelli come capelli di donne, e i denti eran come denti
di leoni.
9 E
aveano degli usberghi come usberghi di ferro; e il rumore delle loro
ali era come il rumore di carri, tirati da molti cavalli correnti
alla battaglia.
10 E
aveano delle code come quelle degli scorpioni, e degli aculei; e
nelle code stava il loro potere di danneggiare gli uomini per cinque
mesi.
11 E
aveano come re sopra di loro l’angelo dell’abisso, il cui nome in
ebraico è Abaddon, e in greco Apollion.
Quindi non arpie ma locuste simili a cavalli pronti alla guerra , con code come quelle degli scorpioni, con facce umane e usberghi di ferro.
Solo coloro che avranno il suggello di Dio in fronte saranno preservati.
Ed ecco il perché della figura di san Francesco.
Proprio san Bonaventura di Bagnoregio, biografo del santo di Assisi, ci dice che le stimmate di Francesco avevano la forma del tau , il suggello della passione di Cristo. Così Andrea del Sarto inserisce la figura nervosa di Francesco, che repentinamente si torce ( con un girar di pieghe molto ricco e con alcune ammaccature dolci , come scrive Vasari) verso di noi .
E un efebico Giovanni, dall'altra parte (anche qui, che lucentezza nelle vesti ! ) regge con mani salde proprio l'Apocalisse
Andrea del Sarto, Studio di mano per san Giovanni, disegno a carboncino,
cm. 27 x 21 , Firenze, , Uffizi, Gabinetto dei Disegni
Nello studio preparatorio si percepisce tutta la maestria e quel "primato del disegno" che è cardine della nuova Maniera.
E poi, qualche anno dopo, questo piccolo gioiello ...
Andrea del Sarto, San Giovanni Battista, 1523, cm. 94 x 68, olio su tavola,
Firenze , Palazzo Pitti
Il piccolo formato ci fa capire che era un'opera "casalinga" e infatti il committente, il banchiere fiorentino Giovanni Benintendi chiese ad Andrea una tavola raffigurante il suo santo omonimo . Avrebbe dovuto essere collocata - insieme ad altre opere- in una spalliera lignea nell'anticamera del suo palazzo
"Venne un uomo chiamato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce" (Giovanni,1 , 6-8)
San Giovannino, a mezzo busto, emerge dalle tenebre , ha sguardo languido e pensoso e tiene nella sinistra il cartiglio -allusione alla scritta canonica Ecce agnus Dei- mentre nella destra la ciotola rimanda al battesimo.
Poggiata sulla roccia , che evoca il duro eremitaggio, c'è in equilibrio precario una semplice croce ottenuta con due rametti di canne ; le vesti del giovane santo sono un semplice panno rosso dalle pieghe cartacee e la classica pelle di cammello che copre le nudità.
Ma il vero capolavoro è il volto , in cui Andrea del sarto riesce a sintetizzare i modi dei tre grandi maestri.
La mascella squadrata e la posa di tre quarti : ecco il David di Michelangelo
Lo sfumato - la linea di contorno qui abolita- rimanda a Leonardo.
E la grazia nelle fattezze adolescenziali è quasi copia conforme del San Giovannino di Raffaello
Raffaello Sanzio, San Giovannino, 1518 , olio su tela , cm163 x 147
Firenze, Uffizi
Nell'opera di Raffaello c'è più eleganza nella scelta della pelle di leopardo che cinge il corpo del santo e nella sua posa a chiasmo. Ma lo sguardo corrucciato verrà ripreso proprio da Andrea del Sarto che aggiungerà una malinconia negli occhi così ben studiata da far pensare ad una copia dal vero.
Verranno altri Giovannini - la storia dell'arte ne è piena- ma questo di Andrea è uno dei più "familiari" e teneri...