giovedì 21 giugno 2018

Humboldt e i Dipinti della Natura : The Heart of the Andes


"La conoscenza non può mai uccidere la forza creativa dell'immaginazione 
perché genera emozione, meraviglia, ammirazione"

Alexander von Humboldt, Cosmos

27 aprile 1859
Alla Lirique Hall di New York è esposta una grande tela del giovane pittore Frederic Edwin Church
E' un successo clamoroso
In tre settimane 12000 spettatori paganti (25 cents il biglietto) si accalcano per  assistere ad una vera e propria installazione
La star è The  Hearth of the Andes
Fredric Edwin Church,  Hearth of the Andes, 1859,olio su tela, cm 168 x 303, New York, Met Museum 

L'opera si trovava in una stanza buia e era illuminata da faretti a gas nascosti dietro riflettori d'argento ; le cronache dell'epoca attestano lo stupore per la nitidezza della rappresentazione tanto che diversi spettatori  affermavano di sentire gli schizzi d'acqua della cascata.

Il pittore aveva risposto all'appello di Alexander von Humboldt ad unire arte e scienza ; nel 1840 Edwin Church rimase affascinato  dagli scritti dello scienziato prussiano, soprattutto dal racconto del viaggio che per cinque anni (dal 1799 al 1804) lo aveva portato nel nuovo mondo

Nella sua opera culminante, Cosmos (dal 1845) Humboldt stimolò e chiese agli artisti di viaggiare e dipingere
L'influenza di Humboldt fu tale su Church che nel 1853, con il suo manager e "sponsor", Cyrus Field, intraprese un primo viaggio  in Sud America, ripercorrendo in alcuni casi la strada battuta dallo scienziato e dipingendo , al suo ritorno, paesaggi mozzafiato.
Fredrich Edwin Church,le cascate di Tequendama vicino Bogotà, 1854, olio su tela
cm 153 x 122, Cincinnati Art Museum

Quattro anni dopo, nel 1857, il pittore tornò in Ecuador e riempì taccuini e tele dei paesaggi meravigliosi ; fonte di ispirazione furono per lui , gli scritti di Humboldt.
 Se osserviamo nei dettagli The Hearth of the Andes , la domanda che sorge spontanea è non cosa si vede ma cosa si può trovare.
La visione d'insieme ricostruisce una valle ai piedi del Chimborazo ; eccolo lì, maestoso , irraggiungibile e innevato nella parte alta a sinistra della tela.
Poi però ...
Immaginiamoci al buio, nelle stesse condizioni degli spettatori di 150 anni fa.
Riconosciamo, come in un trattato di botanica, anzi come in un erbario di Huboldt, viti, muschi, felci, arbusti di fiori blu, filodendri, passiflora, bromelie sfavillanti
Fredrich Edwin Church, The Hearth of the Andes, particolare

E' come se il pittore conoscesse in maniera scientifica la flora del territorio.
O meglio; è come se Church avesse fatto sue le indicazioni dello scienziato tedesco. 
Se confrontiamo una tavola illustrativa di Humboldt e Bompland Geografia delle piante equinoziali, con un dettaglio dell'opera di Church, ci accorgiamo che il desiderio di riprodurre il dettaglio equivale a conoscere nel dettaglio
Alexander von Humboldt, Aimé Bonpland, Geografia delle piante equinoziali, 1805
La "questione morale " del Paesaggio di cui parlava Hugh Honour nel suo Il Romanticismo , qui è sviluppata in modo nuovo.
C'è la scienza.
La presenza dell'uomo è tratteggiata in dettagli stupefacenti; dalla firma dell'artista posta sul tronco d'albero spezzato , in primo piano in basso a sinistra, cui fa da contraltare il piccolo quetzal dalle piume sgargianti


alle case di un villaggio posto sulle placide rive di uno specchio d'acqua che di lì a breve diviene cascata
Ma c'è qualcosa che stride o che forse Humboldt avrebbe considerato pleonastico
Nella sua opera cardine Cosmos , la parola Dio non compare mai

Nel dipinto di Church invece, se seguiamo il sentiero assolato tracciato a sinistra del dipinto , ecco che vediamo due figure di gente del posto (riusciamo a vedere le vesti, il fatto che l'uomo in piedi sia scalzo e che indossi un poncho rosso , mentre la ragazza in ginocchio ha un cappello di paglia, un'ampia gonna cremisi e un mantello blu ) che si fermano in preghiera di fronte a una croce dei pellegrini

Church non si accontenta di una rappresentazione realistica del paesaggio ; a questo vuole aggiungere la presenza di Dio
Qui l'artista ha voluto raffigurare  - come se tutto fosse ben visibile sia in primo piano che nel piano di fondo - una valle dell'Eden
Al realismo si aggiunge il simbolismo ; al dettaglio fotografico si aggiunge il "particolare " legato a Dio
Sappiamo che il pittore americano , citato dal New York Times come "l'Humboldt del nuovo mondo in veste d'artista", scrisse a un amico il 9 maggio 1859 di aver pianificato la spedizione del dipinto a Berlino, così che lo scienziato tedesco potesse rivedere quei luoghi a lui cari.

Ma Alexander von Humboldt il "più grande di tutti gli uomini dal Diluvio universale" era morto il 6 maggio, tre giorni prima.


Consiglio di Andrea Wulf ,L'invenzione della natura. le avventure di Alexander von Humboldt, l'eroe perduto della scienza, Luis University Press, 2017 ,una biografia entusiasmante di un uomo entusiasmante
e di Kevin J. Avery, The Hearth of the Andes, New York 1993 ovvero un grande museo ,il MET, pronto a condividere il sapere


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.