"Ritrasse similmente, nel tempo dell'assedio
di Fiorenza, Francesco Guardi
in abito da soldato, che fu opera bellissima"
Vasari, Le Vite , VI
Per poco è tornato a casa.Fino al 29 luglio il Ritratto di Francesco Guardi di Pontormo è nella sua Firenze, a Pitti.
Poi tornerà a Malibu
Pontormo,Ritratto di Francesco Guardi L'alabardiere.1529-30, tela (trasporto da tavola)
cm 92 x 72, Malibu, The Paul Getty Museum
Chi era questo giovane? Quale stagione di Firenze è qui celebrata?
Dopo il sacco di Roma del 1527, i Medici abbandonano Firenze e qui si proclama la repubblica.
La peste, le truppe imperiali di ritorno da Roma, flagellano la città che , posta idealmente sotto la sovranità di Gesù Cristo, ha bisogno di nuove fortificazioni , progettate e realizzate almeno in parte da Michelangelo.
Non fu il solo artista a perorare la causa repubblicana ; anche Andrea del Sarto, Pontormo, Bronzino testimoniarono con le loro opere l'adesione al nuovo governo.
Ed ecco il nostro giovane , spavaldo e spaventato
Con ogni probabilità si tratta di Francesco Guardi, nato il 29 aprile 1514, che ereditò un cospicuo patrimonio : palazzi , terreni tra cui una tenuta nota come La Piazzuola in prossimità di san Miniato , luogo in cui Michelangelo alacremente lavorava ai bastioni, nel punto più strategico a difesa della città.
Veduta aerea della collina di san Miniato con le fortificazioni volute da Cosimo de Medici
sulla base di quelle progettate da Michelangelo
Immaginiamo dunque che il sedicenne Francesco (della milizia fiorentina facevano parte anche ragazzi così giovani) sia a guardia ( nomen omen) non solo della sua città ma anche dei suoi possedimenti.
Quel muro verde speranza dietro di lui è forse un angolo del terrapieno posto proprio a difesa di san Miniato ; il giovinetto è una sentinella, un angelo guardiano.L
La bellezza è un riflesso del divino e desiderio di pace
Di questo dipinto esiste un disegno preparatorio che mostra alcuni ripensamenti da parte dell'artista
Pontormo, Disegno di studio per l'Alabardiere ,Firenze,
Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi, 6701 F r; a
sanguigna, mm 209 x 169. 1529-30
Se nel disegno la torsione del corpo è impercettibile e lo sguardo stralunato ricorda alcune delle figure (si veda il putto riccioluto a sinistra) della Deposizione Capponi , nel definitivo la posa di tre quarti, la mano sinistra poggiata su un fianco contribuiscono a dare dinamismo plastico all'opera
Pontormo, Deposizione , particolare, Firenze
chiesa di Santa Felicita, 1526
E anche lo sguardo spavaldo allude ad un giovane e nuovo David.
Donatello, David, 1408-09, marmo, Firenze, Bargello
Proprio col David marmoreo di Donatello -che ai tempi di Pontormo si trovava a Palazzo Vecchio, si giocano stringenti parallelismi
Entrambi paladini dei giusti valori, entrambi pronti all'azione e a sconfiggere un nemico molto più forte
Insomma : la bella gioventù...
C'è un altro dettaglio che mostra il valore del giovane.
Sulla berretta rossa c'è una medaglia
Pontormo, L'Alabardiere, particolare
Rappresenta Ercole e Anteo e il legame con gli studi di quegli anni proprio relativi alle fatiche di Ercole disegnati da Michelangelo è evidente
Il pathos perfettamente bilanciato tra Ercole e Anteo doveva trasmettere tutto il tormento della guerra civile ; come in una miniatura o in un dettaglio fiammingo possiamo leggere tutta la sofferenza di Anteo , dal volto reclinato all'indietro come Laocoonte
Michelangelo, Ercole e Anteo, disegno a sanguigna, Firenze, casa Buonarroti
Tutta la maestria di Pontormo è utilizzata nel rendere col sottile pennello il volto ancora infantile, l'incarnato roseo, gli sbuffi candidi della camicia, l'elsa elaborata della spada e al tempo stesso con pennellate più larghe e pastose riesce a definire i bastioni e lo sfondo.
Pontormo coglie l'attimo fuggente dei tanti giovani fiorentini - come lui del resto- che si trovano a dover crescere in fretta.
L'assedio e altro segnerà profondamente la vita dell'artista
Ma questa è altra storia
* Sui vari passaggi di proprietà si rimanda alla scheda del Getty Museum relativa all'opera
Fondamentali Luciano Berti, Pontormo e il suo tempo, Firenze, 1993 e
AAVV, L'officina della Maniera-varietà e fierezza nell'arte fiorentina del Cinquecento fra le due repubbliche 1494-1530, catalogo della mostra, Firenze 1996