A noi interessano gli artisti
Ecco Nicolas Poussin (1594 - 1665) che fece di Roma la sua seconda patria.
Nicolas Poussin, Et in Arcadia ego, 1638, olio su tela, Parigi, Louvre
Accademico, giunse a Roma nel 1624 e qui vi rimase . Ebbe tutto il tempo per studiare le opere classiche , che fece rivivere in molte sue opere ordinate, armoniche, dai temi mitologici..
Et in Arcadia ego mostra la concezione che un uomo del Seicento potesse avere dell'Antico; il mondo dei pastori d'Arcadia è un idillio solo di facciata.
Il giovane vestito di rosso, chino su un sarcofago, mostra alla meditabonda pastorella l'incisione che l'altro amico cerca di decifrare: anche io, Morte, sono in Arcadia e non c'è scampo agli accadimenti umani. Il quieto paesaggio è funzionale alle figure che attonite ed in cerchio (come sono ordinate nei gesti e nella postura!) sembrano meditare su qualcosa di molto più grande di loro.
O ancora , Claude Lorrain (1600-1682) che si innamorò di Roma e delle campagne romane e che diede per primo dignità al genere del paesaggio.
Claude Lorrain, Paesaggio con sacrificio ad Apollo,1663, olio su tela , Cambridgeshire, Anglesey Abbey
Qui paesaggio e opere dell'uomo convivono in armonia e la luce dorata e soffusa rende caldo il dipinto.
Le esili figure umane sono contorno ad uno spazio armonioso ; quasi due secoli dopo William Turner affermò che la sua pittura era iniziata qui, in Lorrain,
Claude Lorrain, Porto marino con l'imbarco di sant'Orsola,1641, olio su tela, Londra National Gallery
Di nuovo un paesaggio, di nuovo l'idealizzazione della Natura, di nuovo l'amore per l'Antico.
La vicenda di sant'Orsola, minuta figura vestita di giallo, è pretesto per la rappresentazione di architetture di fantasia, anche se il tempietto circolare a sinistra è copia conforme di quello di Bramante di san Pietro in Montorio.
Poi Pieter Paul Rubens (1577- 1640), prolifico pittore , denigrato da Baudelaire che lo appellò "ciccia fiamminga" per ovvi motivi.
Anche lui giunse in Italia, nel 1600 .
Venezia, Genova, Mantova , ( divenne pittore alla corte di Vincenzo Gonzaga per il quale acquistò La morte della Vergine di Caravaggio, rifiutata dai Carmelitani scalzi romani) , Roma
Al suo ritorno ad Anversa la sua pittura divenne piena.
Barocca , insomma
Poi Pieter Paul Rubens (1577- 1640), prolifico pittore , denigrato da Baudelaire che lo appellò "ciccia fiamminga" per ovvi motivi.
Anche lui giunse in Italia, nel 1600 .
Venezia, Genova, Mantova , ( divenne pittore alla corte di Vincenzo Gonzaga per il quale acquistò La morte della Vergine di Caravaggio, rifiutata dai Carmelitani scalzi romani) , Roma
Al suo ritorno ad Anversa la sua pittura divenne piena.
Barocca , insomma
Rubens, Caccia alla tigre, olio su tela, 1616, Rennes, Musée des beaux arts
Scelgo questa "corposa" scena di genere realizzata qualche anno dopo il viaggio in Italia. La maestosità , i corpi possenti e michelangioleschi, il caos apparente , le linee sinuose e lo sfarzo cromatico sono prova della capacità di Rubens di fare sì sue le istanze italiane ma anche di essere nuovo nelle terre d'Oltralpe . E quindi richiestissimo
Il sontuoso Délacroix duecento anni dopo si ricorderà di queste forme; basta vedere la sua Morte di Sardanapalo
Il sontuoso Délacroix duecento anni dopo si ricorderà di queste forme; basta vedere la sua Morte di Sardanapalo
Eugène Delacroix, la morte di Sardanapalo, olio su tela,1827, Parigi Louvre
Poco lontano dal Belgio di Rubens, ecco l'Olanda di Rembrandt, Hals e Vermeer,
Rembrand (Leida 1606-Amsterdam 1669) fu pittore prolifico e geniale, capace di soddisfare una committenza mercantile e religiosa
Le sue grandi tele come La ronda di notte o La lezione di anatomia del dottor Tulp sono un genere nuovo, quello dei ritratti di gruppo. Ogni persona raffigurata pagava al pittore una cifra più ,o meno alta a seconda della grandezza della figura e della posizione.
Prendiamo ad esempio La lezione di anatomia.
Rembrandt,la lezione di anatomia del dottor Tulp, olio su tela, 1632, Mauritshuis, L'Aia
Oggi in museo, un tempo il dipinto era posto nella sede dei medici di Amsterdam e gli otto uomini in nero, i cui nomi sono diligentemente annotati nel foglio posto nelle mani della figura in secondo piano , fanno bella mostra di loro stessi e della loro professione per noi comuni fruitori.
Chiaro è che l'umico personaggio col cappello sia il "cattedratico"
Un uomo orgoglioso, puntiglioso, forse anche presuntuoso.
Ancora qui Rembrandt non aveva assimilato la calda luce caravaggesca delle opere tarde.
La più bella ?
Per me Il ritorno del figliol prodigo
Rembrandt, Ritorno del figliol prodigo, olio su tela, 1668, San Pietroburgo, Ermitage
Realizzata un anno prima della morte del pittore, ci racconta con caldissime tinte e una pennellata sfatta, quasi come le lacere vesti del giovane, quanto sia duro il "mestiere di vivere" ; eppure la morbida luce del perdono è lì, davanti ai nostri occhi, salvezza. Ed il fatto che il vecchio padre sia rappresentato cieco, accresce la forza del perdono.
Chi è in ombra forse non approva tale scelta.
Chi è in ombra forse non approva tale scelta.
Ultimo è lui ,Diego Velazquez (1599-1660)
Coetaneo di Bernini, mostrò come lui un precoce talento tanto che nel 1623 entrò come pittore alla corte di Filippo IV di Spagna e, salvo l'usuale viaggio in Italia, rimase a Madrid fino alla morte.
Paesaggi, nature morte (che in Spagna prendono il nome di bodegones ), ritratti, dipinti religiosi...in ognuno di questi campi Diego Velazquez mostrò una felicità pittorica ed un inventiva degna dei geni.
La sua opera più famosa, Las meninas, ha avuto spazio in pagine precedenti del blog.
Qui scelgo La resa di Breda (Le lance) .
In un'Europa lacerata dalle guerre questo episodio rende onore al "basso profilo" che la corona spagnola cercava di tenere.
Coetaneo di Bernini, mostrò come lui un precoce talento tanto che nel 1623 entrò come pittore alla corte di Filippo IV di Spagna e, salvo l'usuale viaggio in Italia, rimase a Madrid fino alla morte.
Paesaggi, nature morte (che in Spagna prendono il nome di bodegones ), ritratti, dipinti religiosi...in ognuno di questi campi Diego Velazquez mostrò una felicità pittorica ed un inventiva degna dei geni.
La sua opera più famosa, Las meninas, ha avuto spazio in pagine precedenti del blog.
Qui scelgo La resa di Breda (Le lance) .
In un'Europa lacerata dalle guerre questo episodio rende onore al "basso profilo" che la corona spagnola cercava di tenere.
Diego Velazquez, Le lance, 1634-35, olio su tela , Madrid Prado
L'opera riprende un avvenimento avvenuto dieci anni prima ed è come se il pittore , nella ricostruzione, volesse darci l'idea di essere stato presente.
Al centro del dipinto , il comandante dell'esercito dei Paesi Bassi, consegna le chiavi della città di Breda ad Ambrosio Spinola, generale genovese al servizio di Filippo IV ; l'esercito sconfitto può abbandonare il campo senza l'oltraggio riservato agli sconfitti. Armi ed insegne restano in mano loro , così come l'onore .
"Il valore del vinto fa la gloria del vincitore"; questa la frase di Spinola rivolta al nemico.
Il mondo aveva bisogno di immagini rassicuranti.
Velazquez era lì anche per questo.