Come fare ad inglobale alla nuova chiesa voluta dalla confraternita di santa Maria l'antico sacello dedicato a san Satiro?
E come non stravolgere l'antico assetto viario, visto che il sacello di Satiro a pianta centrale era ortogonale alla via Speronari- di tracciato romano, mentre la via Falcone, via medievale, non è ortogonale e forma con essa un angolo acuto?
Guardando il problema da un'altra prospettiva!
E così il piccolo sacello ottagonale, che fino ad allora era , scenograficamente, punto di arrivo del luogo miracoloso ( nel 1242 era qui avvenuto il "miracolo"del sanguinamento del Bambino in
Affresco duecentesco posto sull'altare E' l'immagine miracolosa che sanguinò
braccio alla Vergine sul piccolo affresco posto in esterno un tempo ,su un muro in via Falcone, oggi sull'altare), diventa punto terminale : la piccola chiesa rettangolare diventa insomma transetto della chiesa a T , progettata da Bramante.
Ecco dunque la pianta ruotata di 90 gradi!
Pianta di santa Maria presso san Satiro - in alto a sinistra l'ottagono altomedievale dedicato al santo
Ma poiché Bramante non aveva spazio per realizzare l'abside, ecco la soluzione: l'illusionismo prospettico.
Il braccio del coro è simulato all'interno della chiesa con una finta volta in stucco , profonda solo 97 centimetri; entrando in chiesa nell'ampia navata voltata a botte non ci si accorge di questa finzione
ma mano a mano che ci si avvicina all'altare... ecco la magia!
Siamo a fine Quattrocento; l'invenzione della prospettiva (la finzione della prospettiva!), applicata sino ad ora alla pittura ed intesa come misura razionale dello spazio, ora è "reale.
Certo, Bramante nella creazione della sua prospettiva , impreziosita dal lapislazzulo e dalle foglie d'oro, ha in mente la Pala di Montefeltro di Piero della Francesca, ammirata nella sua Urbino
ma qui NON è più pittura, è spazio vero!
Sempre in questa piccola chiesa, Bramante costruì negli anni 1482- 86, la Sacrestia ,oggi Battistero ( nella pianta è il piccolo ottagono in basso a destra).
Lo spazio esiguo di cui disponeva Bramante è dilatato da un'alta cupola ottagonale che bagna di luce l'interno; le logge intermedie presentano una decorazione ottenuta in terracotta, materiale povero ed opera dello scultore Agostino de Fondulis.
E sempre al cremasco de Fondulis si deve la commovente deposizione nel sacello di san Satiro.
Eccola!
Agostino de Fondulis, Compianto sul Cristo morto, 1482, terracotta
Espressiva come un'opera fiamminga, dal cromatismo caldo dato dal materiale povero e nel contempo prezioso, questo capolavoro "nascosto" ci racconta dei tanti gruppi scultorei sorti nelle terre padane in quegli anni (vedi Nicolò dell'Arca ,Guido Mazzoni o Antonio Begarelli, tutti emuli dell'"espressivo" Donatello.
Nicolò dell'Arca, Compianto sul Cristo morto, 1470/90 ca. , Bologna chiesa di s.Maria della Vita
Ma questa è ancora una volta un'altra storia