"L'architettura è grande impresa, che non è da tutti poter affrontare. Occorre essere provvisti di grande ingegno, di zelo perseverante, di eccellente cultura e di una lunga pratica, e soprattutto di molta ponderatezza e acuto giudizio, per potersi cimentare nella professione di architetto. Giacché in architettura la maggior gloria fra tutte sta nel valutare con retto giudizio che cosa sia degno"
( Leon Battista Alberti, De re aedificatoria, Libro IX,10)
Ecco che ti trasformi in abile costruttore e scopritore del talento di Leon Battista Alberti
E tra gli anni quaranta e sessanta del 1400 tutta via della vigna nuova a Firenze è roba tua.
Prima quel modernissimo capolavoro del Palazzo, abitazione sobria e funzionale
L.B.Alberti,Palazzo Rucellai, Facciata ,1446-1465
poi l'elegante Loggia , che si abbelliva e decorava in occasione di feste "comandate" e nascite o matrimoni
Leon Battista Alberti,Loggia Rucellai, 1460
ed infine uno scrigno nascosto all'interno della chiesa medievale di san Pancrazio (oggi Museo Marino Marini),: la sepoltura che lo stesso Giovanni aveva predisposto per sè e che Alberti realizzò ad imitazione del santo Sepolcro conservato nell'Anastasis * di Gerusalemme e conosciuto a Firenze grazie a diari e disegni dei pellegrini reduci dalla Terra Santa.
L.B.Alberti,Tempietto Rucellai, fronte, 1467
L.B.Alberti, Tempietto Rucellai, parte absidale
In origine Alberti aveva progettato lo spazio che "avvolgeva" il tempietto, aperto sulla navata della chiesa di san Pancrazio, a sinistra, mediante un grandioso varco sorretto da due possenti colonne, oggi reimpiegate in facciata dell'edificio diventato Museo Marini
Facciata del Museo marini con le colonne albertiane
Ogni dettaglio di questo piccolo edificio pare davvero valutato con "retto giudizio"; del resto Alberti a questa data aveva macinato chilometri e progetti e aveva lavorato nelle più prestigiose corti italiane.
Il cardine compositivo e devozionale della cappella è da individuare nell'edicola del Santo Sepolcro a Gerusalemme: quelle le proporzioni (4,10 x 3,40 x 2,25 m.) ma il ritmo scandito dalle nove lesene scanalate e dalle decorazioni in marmo policromo è prettamente albertiano
L'entrata al sacello ha piccola porta, perfettamente in proporzione con quella del tempietto di Gerusalemme ; sopra di essa in caratteri romani, vi è l'iscrizione in onore di Giovanni Rucellai
L'abside perfettamente semicilindrica è profilata come una lucida membrana, campita da gruppi ternari delle specchiature decorate a motivi floreali ed araldici.
L'architrave corre e chiude tutto l'edificio e ospita una scritta dal vangelo di Marco ; le proporzioni delle lettere sono state studiate per rendere più eleganti e leggibili i caratteri e di sicuro i tanti disegni che l'architetto fece di dettagli delle opere antiche romane, qua rivivono.
Tra le formelle , decorate in marmo bianco di Carrara e verde di Prato, spiccano i simboli araldici della famiglia Rucellai (la vela spiegata al vento con le sartie sciolte),
Emblema Rucellai
i tre anelli intrecciati di Lorenzo il Magnifico (del resto Nannina, sorella di Lorenzo e nipote di Cosimo il vecchio aveva sposato Bernardo, figlio di Giovanni Rucellai)
Emblema di Lorenzo il Magnifico
il mazzocchio con le tre piume di Cosimo
Emblema di Cosimo de Medici
e l'anello di diamante con le due piume di Piero il gottoso
Impresa personale di Piero il gottoso
Un prezioso merletto marmoreo , che riprende il giglio fiorentino, chiude l'edificio.
In questa piccola opera , quasi un "divertissement" dell'anziano architetto, l'inseme ed il particolare sono strettamente collegati ed il legame decorativo con la tradizione dei modelli fiorentini (vedi la facciata di san Miniato al monte) è evidente.
Qualche secolo dopo un altro artista (possiamo chiamarlo visionario?) come Francesco Borromini dirà che tutto deve essere ber progettato . perché nel particolare si rivela Dio.
Ma questa è ancora un'altra storia
*L'Anastasis è la chiesa sorta nel 335 sul luogo del santo Sepolcro a Gerusalemme ; faceva parte di un complesso di tre chiese posizionate nei luoghi della passione di Gesù